Superbia di Venezia col papa. Veneziani in cose di competenza ecclesiastica, aggiungendo che la signoria si avrebbe un giorno a pentire del suo procedere, l’ambasciatore replicò: Bisogna che V. Santità si metta in forze, prima di prendersela come che sia colla repubblica. Giulio II, oltremodo irritato, soggiunse: Io non desisterò finché non vi abbia ridotti umili pescatori, come eravate una volta. E noi — fu la risposta del Pisani — faremo del Santo Padre un parrochetto, se egli non sarà ragionevole.1 Così l’ambasciatore veneziano trattava quell’uomo, dal quale dipendeva che la lega di Cambrai non diventasse un fatto compiuto. Nemmeno ora il papa si lasciò trascinare ad atti precipitati per siffatta ingiuria. Egli sperava pur sempre « di costringere con la paura i Veneziani a dargli ciò che domandava» e di mandar poi a vuoto la pericolosa lega.2 II Pisani notò da quali preoccupazioni fosse dominato il pontefice per riguardo di Massimiliano t di Luigi XII, e che una prudente arrendevolezza avrebbe potuto distoglierlo dall’entrare nella lega. Però il suo contegno rimase quello di prima. Allorché nel febbraio del 1509 Giulio II portò il discorso sull'affare del vescovato di .Vicenza, n’ebbe una risposta che sonava quasi scherno.3 Di fronte a una tale tracotanza appare spiegabilissima la partecipazione del pontefice alla lega di Cambrai : egli aveva tentato inutilmente tutti i mezzi e solo quando vide dileguata ogni speranza di un equo accomodamento fece il passo decisivo. 4 Il vero mutamento nel contegno del pontefice fu probabilmente deciso dal timore, che Luigi XII unito a Venezia potesse sopraffarlo. 5 Quel cambiamento avvenne subito dopo un colloquio avuto da Giulio II a metà di marzo coll’ambasciatore veneziano Pisani ;n Civitavecchia. Era una splendida giornata primaverile; la natura stessa sembrava invitare alla pace. Il papa insieme al Pisani uscì a passeggiare per il mare azzurro, terso come specchio; una specie di diporto che egli preferiva. Che ne sarebbe, disse Giulio II, ella inducesse la signoria a propormi di dare l’investitura di 1 Bxnoi da Pokto 29-30. C'ir. Balan V, 452, dove è riportata anche una * relazione del Costabili del 10 novembre 1508 (Archivio di Stato in Modena), che anch’io ebbi a mia disposizione e dove del ^Pisani si dice: *( '»ninno <-hel conosce li da voce de homo molto colerico et pensase chel sia stato Mandato tale perche lo liabii a giostrare col papa ». Anche Bembus 29» designa I ¡sani come uomo morosi admoduni ingenti. 2 Gregorovius jVIII» S5-50. Cfr. Banz, Einleit. 103. ' < fr. vSanuto VII, 719. 724, (738, 700. 703, 780; Vili. 10. 4 Rohrbaoher-K nopfler 290. Ranke, Rom. und gemi. Volkcr 230 e Ersch-''H ber. 2. Sezione XXVIII, 385. 0 Banz, Einleit. 103.