Il Pomponazzi e i suoi avversari. 133 zione d’un testimonio oculare, rivela il fatto tenuto accuratamente ceflato dagli amici del Pomponazzi, che cioè questo filosofo, il quale sotto la maschera di sentimenti cristiani e sotto l’apparenza di innocente discussione aveva svolto in psicologia l’aperto materialismo,1 finì col suicidio. Per buona fortuna nel periodo del rinascimento questo genere di morte era ancora affatto insolito. 2 Considerato il pericolo delle teorie sostenute dal Pomponazzi e la loro grande diffusione, bisogna salutare con gioia il fatto, che non mancassero confutazioni. Ne scrissero il filosofo Agostino Nifo,3 che dedicò il suo lavoro a Leone X, l’Agostiniano Ambrogio Fiandini, * il Domenicano Bartolomeo di Spina, Bartolomeo Fiera mantovano, il Servita Girolamo Amideo0 da Lucca e il giovane patrizio veneziano Gasparo Contarini. Quest’ultimo in forma delicata e cortese confutò i1 suo maestro principalmente con le armi a lui somministrate dalla scuola tomistica. Il Pomponazzi non si dognò di rispondere ai suoi avversarli, eccettuato il Nifo e fi Contarini. Al primo rispose con acredine, non di rado con alterigia, al secondo cortesemente. Il Contarini compose pure un secondo scritto, breve, in cui, pure usando ogni riguardo verso l'antico maestro, parla netto e risoluto e seguendo passo passo l’avversario lo confuta in modo splendido.® Ancor più gravi furono le conseguenze che Niccolò Machiavelli, il più geniale rappresentante del rinascimento pagano, trasse ul difetti del lavoro del Tom maxi ni v. tteut nelie Litera-f itunff 1 ss4, nr cfr. anche Zeitxchr. di Syhki. IjII,. 554 s. Pel voi. II del Tomìiamn, efr. Ciax in Kir. alar. itnl. XXX (1013), 17« s. ; iper Xitti (Mach. I, N«I«ili ]H7«t cfr ,,rn Croce ¡„ .1 reh. star, per le pror. Sa poi. XXX (1906), ”7'J-"''