332 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 1. spero Colonna, ai quali diede l’ordine di avvicinarsi segretamente a Roma.1 La seconda lettera cifrata al Pontano è del 22 luglio. In essa il re si dichiara contrario all’elezione del Costa e piuttosto propenso per quella di Battista Zeno. Al Pontano si dà l’ordine di informarne il Cardinal Giuliano.2 Quest’ultimo figura quindi come l’uomo di fiducia incondizionata del re: lo Zeno veniva preso in considerazione certo solo pel caso che l’elezione del Della Rovere non potesse ottenersi. Corse la voce che re Ferrante avesse depositato in una banca 200.000 ducati e Genova 100.000 per sollecitar l’elezione di Giuliano della Rovere.3 I Genovesi per conseguenza aspettavano sicuri l’esaltazione del loro compatriotta.4 Rivali a Giuliano della Rovere non mancavano. Una relazione ancora inedita assai interessante di Giovanni Andrea Boccaccio, vescovo di Modena, alla duchessa Eleonora di Ferrara, nomina come primo aspirante alla tiara Ardicino della Porta del partito di Aseanio Sforza: a lui per ragione della sua bontà la pubblica opinione sarebbe assai favorevole; come secondo nomina il Carafa, come terzo Aseanio Sforza, come quarto Rodrigo de Borgia. Quest’ultimo, potente per le sue attinenze, soggiunge l’inviato, è in grado di rimunerare largamente i suoi fautori ; anzitutto con l’ufficio di vicecancelliere, ch’è pari a un secondo papato; poi con le città di Civita Castellana e Nepi ; a ciò aggiungi un’abbazia in Aquila con 1000 ducati di rendita, un’altra simile in Albano, due più grandi nel regno di Napoli, il vescovato di Porto con 1200 ducati di rendita, l’abbazia di Subiaco con 22 castelli, della rendita di 2000 ducati, nella Spagna non meno di 16 vescovati, numerose abbazie e altri benefici. Il relatore fa inoltre i noma dei cardinali Savelli, Costa, Piccolomini, Miehiel, tutti candidati alla suprema dignità del papato; molti, soggiunge, parlano anche del Fregoso, di Domenico della Rovere e dello Zeno. Ognuno di questi, aveva trincerato il proprio palazzo per difendersi dal sacco perchè già altre volte in simili circostanze ena stata sparsa una falsa voce onde poter mettere (a ruba, secondo l’usanza, la casa dell’eletto. A bassa voce, prosegue a dire l’inviato ferrarese, si parla anche del Cardinal Giuliano, eppure di tanti aspiranti uno solo può giungere 1 Trincherà II 1, 443. Cfr. Pioom, O/or. de’ Medici 18 ss. 2 Questa lettera che manca in Trincherà ai ha presso Nunziante, Li t-tere di Pontano 26-27. 3 Relazione di Cavalieri a Eleonora d’Aragona del 6 agosto 1492. usat*' da Cappelli in Atti Mod. I, 42i). ma erroneamente riferita a Carlo VIII; vedi Picotti 33. Sigismondo de’ Conti dice espressamente (II, 5G) : Ferdinaiufrus Pos Innoeentii obitum omnibus inachinis est unnixus, ut Alexandrum spe poni' flcatus deiiceret : totus namque ineubuit in Julianum card. 8. Petrt ad- W' cula etc. 4 V. la * relazione anonima in data di Genova, 24 luglio 1492, Archi' 1 di Stato in Milano,