Misteriosa uccisione del duca di Gaudia (giugno 1497). 431 Gli Orsini e i Colonna raccoglievano milizie. Dopo tante ricerche si seppe al fine che era rimasto gravemente ferito il palafreniere, il quale non fu in grado di dare alcun lume. Poi venne preso anche il mulo del duca, le cui staffe mostravano tracce di un attentato ; del padrone però nessuna notizia. Finalmente il 16 giugno, per mezzo di un mercante di legna, uno slavo di nome Giorgio, che soleva la notte far la guardia al suo deposito di legna posto sulla sponda del Tevere presso l’ospedale della sua nazione, si venne ad una traccia dell’irreperibile. Ecco quanto disse lo slavo su ciò ch’egli ebbe ad osservare nella notte del martedì. « Si era verso le due ore di notte allorché dalla via a sinistra dell’ospedale sbucarono due uomini, i quali dopo avere spiato attorno con precauzione ritornarono indietro. Di lì a poco due altri uomini comparvero nel medesimo posto, sbirciarono egualmente all’intorno e non vedendo alcuno diedero un segnale. In seguito al quale ap-parve un cavaliere sopra un cavallo bianco, che recava trasversalmente sulla sella un cadavere, il cui capo e le cui braccia pendevano da una parte e le gambe dall’àltra, ma a destra e a sinistra era sostenuto dai suddetti uomini. L’orrendo convoglio si portò verso quel punto della ripa del Tevere dove si gettano le spazzature nel fiume. Quivi giunto il cadavere fu con tutta forza scaraventato nella corrente. Alla domanda del cavaliere: L’avete voi gettato dentro bene? quei due che l’accompagnavano risposero: benissimo, signore. I cinque uomini, due dei quali facevano la guardia, scomparvero quindi in un’altra via, che mette all’ospedale di S. Giacomo». Richiesto del perchè non avesse informato di ciò il governatore, il negoziante di legna diede questa risposta, che caratterizza le condizioni della Roma dei Borgia: «Nella mia vita ho visto in quel luogo gettar nel fiume ben cento cadaveri senza che alcuno mai se ne prendesse cura». Quindi numerosi pescatori ebbero l’incarico di strappare al :ìume il segreto. Verso il pomeriggio del 16 giugno non lungi da S. Maria dei Popolo in prossimità d’un giardino di Ascanio Sforza fu estratto dalle acque del Tevere un cadavere. Era il duca di Ciandia. Nel suo corpo furono riscontrate nove gravi ferite e la g'>la tagliata completamente. Nulla era stato tolto dei superbi vediti, la borsa con 30 ducati era intatta. Non era quindi il caso di un assassinio a scopo di furto. Il cadavere fu tosto portato in Castel S. Angelo, dove venne lavato e rivestito degli abiti ducali, e Quindi sopra una bara scoperta fu portato per dargli sepoltura nella chiesa di S. Maria del Popolo. Oltre ai nobili famigliari del duca accompagnarono il corteo funebre l’ambasciatore spagnolo e ^ilanese, molti prelati e una gran quantità di altre persone.1 OllPStil TtO nro r/.i at\/\ nnswnsv il "Dttti/^tt iT»nT 71-i/i't*11/ 111 TT QQ7.QOA / /“VrT »n-r-r^