Il terz'ordine. Volendo che tutto quanto egli operava facesse capo avanti lutto al centro della Chiesa, così san Francesco volle pure che anche la regola del suo terz’ordine avesse la conferma della Santa Sede. Dopo di allora vi furono pochi pontefici, che a questo istituto religioso non abbiano dato un segno del loro favore. Lo storico del-l’Ordine francescano soltanto fino all’anno 1500 enumera non meno di 119 bolle o brevi in favore del terz’ordine. Nell’epoca del rinascimento furono patroni e mecenati di questo sodalizio special-mente i papi Martino V, Pio II, Sisto IV, Giulio II e Leone X. Un ulteriore sviluppo trovò il terz’ordine nel fatto, che numerosi ascritti aspirarono ad unire allo stato di penitenza anche un pieno ritiro dal mondo, vivendo perciò in comunità claustrali e adattandosi ai voti dell’ordine. Così ebbe origine il terz’ordine regolare. Il papa Niccolò V accordò a questi religiosi di fondare nuovi conventi, di tenere capitoli generali, di eleggere dal loro grembo un proprio vicario generale e quattro definitori e invece dell’abito eremitico, portato fino allora, di indossare un abito speciale della congregazione. Nel capitolo generale di Montefalco del 1448 fu eletto il primo vicario generale. Dieci anni più tardi l avi già alla testa un proprio generale. Sulla fine del secolo XIV, grazie agli sforzi di sant’Angelina di Corbara, sorsero anche le terziarie regolari di san Francesco, che trovarono in Italia una celere diffusione e vennero favorite dai papi Martino V ed Eugenio IV. Pio II le assoggettò al generale dei Francescani Osservanti.1 In una maniera del tutto analoga erasi formato un terz’ordine di S. Domenico costituito in parte come una confraternita d’ambo sessi, in parte come un sodalizio di claustrali. Le sue regole vennero approvate dai papi Innocenzo VII ed Eugenio IV. Questo terzo rdine di S. Domenico vantò parecchi santi e beati fra cui qui ac-enniamo soltanto a Caterina da Siena, a Colomba da Rieti, Osanna da Mantova e Lucia da Narni. 5 Questa istituzione dei terziarii introdotta con tanto successo da ' ntrambi gli Ordini mendicanti fu poi imitata anche da altri Ordini. Bonifacio IX nell’anno 1400 permise agli Agostiniani di accordare a vedove, spose e giovanette l’abito di un terz’ordine, e nel 1470 Paolo II diede anche la facoltà di accettare uomini. Anche 1 Wftzkb «. Wkj.tk * Kirrhenlcxikon X. 741 s. XI-, 13CS ss. Holzapfel i;7 ! ss,. OSI ss. * Wktzkr «. Wkj.tk* Kirchenlej-ikon Ilis, 1414ss. e D. Ricci. Storia della Colomba da Rieti, Perugia 1901. Su Osanna da Mantova: Lvzio-Rkxikb, Colt. ' relax, lett. d'isabella d’Ente li 2, 247-232; G, Bagolim c I.. Kkrrktti, La ,,fi ita Otta mia And reati da Mantova, terziaria domenicana (1^9-1505) Firenze UXfi; Fkurato. Lettere inedite di donne Mantovane del *ee. XV. Mantova 1K70. xiv : ibkl. 01: !.. A. Gaxm.m. Sulla venuta in ferrava dilla beala Suor Lucìa da Xarni. Modena 1901; idem in Alti per lo pvov. di Romagna. ;}• serie XX (190Q), 285 ss. Pastor, Storia dti Pupi, III. 4