350 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 1. La disgrazia ¡di Alessandro fu che ora tutta la sua parentela venisse a Roma, deliberata di sfruttare con estrema mancanza di riguardo la bella occasione. Come già una volta sotto Calisto III, non solamente i parenti più prossimi, ma anche dei congiunti collaterali e amici del Borgia corsero a Roma per cercarvi la loro fortuna. « Nemmeno dieci papati basterebbero per accontentare questo parentado », scriveva già nel novembre del 1492 Gianandrea Boccaccio al duca di Ferrara.1 Il cambiamento seguito sciaguratamente troppo presto nella condotta di Alessandro, fondavasi su una base in sè nobile, quale l’amore per i suoi congiunti, specialmente per i suoi figli : Cesare, Juan, Jofrè e Lucrezia - Quest’ultima, il cui nome è diventato mondiale, godeva a preferenza degli altri della benevolenza paterna. È ben noto come d’allora fino ai nostri giorni storici e poeti ¡nion si siano ¡mai stancati di rappresentare Lucrezia Borgia come l’autrice di numerosi delitti e dei più brutti scandali. Ma per quanto si debba concedere che nemmeno essa sia rimasta immune dall’alito pestifero dell’atmosfera corrotta in cui visse, pure essa fu ben lungi dall’essere quel mostro, sotto le cui forme l’hanno foggiata la calunnia e la smania per le cose sensazionali. «Le più gravi accuse e racconti si fondano su ragguagli, la cui esagerazione e sozza cattiveria passa i limiti del credibile, anzi del possibile ; sulle satire di una città, il cui sarcasmo è stato sempre il più pungente e sanguinoso». Numerosi fatti vi contraddicono.* 1 Gregorovius. L. Borgia 47. 2 Cfr. sopra p. 318 ss. Ottimamente Mohler II. 523 dire : « La disgrazi« di questo papa fu la .sua famiglia, ma questa fu ad un tempo la disgrazia della Chiesa». Cfr. anche Felten in Kirchcnlemkon -di Fribugo IX2, 126s. 3 Rei'mont III 1. 204. Cfr. p. 206: «Lucrezia Borgia va assolta senz'altro dalla maggior parte delle accuse accumulate contro di lei ». Cfr. anche Reu-mont in Literaturblatt di Bonn V (1S70), 447 s. Gregorovius ignora compie-tamente il Reumont, ma nelle sue ricerche intorno alle accuse contro Lucrezia (p. 159ss.) perviene & un resultato analogo: « Xessuno vorril credere, che Lucrezia Borgia in mezzo alla corruttela di Roma e nell'ambiente dei suoi familiari, potesse conservarsi immune da falli : ma In pari modo nessun uomo che giudichi senza pregiudizi vorril asserire, ch’ella siasi resa di fatto colpevole di quelle innominabili nefandezze». In una recensione nel l’Italia <1¡ Hiulebrand I. 317 il risultato delle ricerche critiche del Gregorovius viene riassunto con queste parole: «Nulla fu potuto scoprire contro Lucrezia. I" quest’esito abbastanza importante il dotto autore avrebbe. potuto ben contentarsi. Ma egU è voluto andare più innanzi, ha voluto costruire, riempiendo le lacune con descrizioni ipotetiche e con considerazioni sentimentali del tutto superflue, sul genere di quelle che i francesi chiamano rapprochrments, le qon 1 spesso confinano con l’insulsaggine ». Che tale critica non sia ingiusta si Pu" vedere dal fatto che il Gregorovius si mette a fare una descrizione minut-1 del salotto della Vannozza (p. 15-16), anzi egli vi sa anche dire che cosa a bia detto la Vannozza nelle sue preghiere durante il conclave (p. 42)! ' critica dell’opera del Gregorovius cfr. anche Hist.-polU. BMtter LXX\