Ingiunzioni al Savonarola. Obblighi di lui al riguardo. 455 Ove si rifletta che il re di Francia fece ripetutamente al papa la minaccia di un così detto concilio di riforma, cioè della, sua deposizione, non può fare alcuna meraviglia, che poco a poco l’azione del focoso ed eloquente domenicano venisse riguardata in Roma con occhi sospettosi e ciò tanto più allorché si vide che l’adesione dei Fiorentini alla lega antifrancese desiderata dal papa non aveva un nemico più risoluto del Savonarola.1 Quando l’invasione di Carlo Vili andò fallita, Alessandro VI prese la risoluzione d’intervenire nelle cose di Firenze, dando tuttavia in tale occasione prova di grande moderazione.2 Un breve del 21 luglio 1495 concepito in termini molto cortesi riconosceva l’opera del Savonarola a prò’ delle anime, ma nel medesimo tempo «in virtù di santa obbedienza » l’invitava a recarsi senza dilazione a. Roma onde render conto delle profezie ch’egli spacciava come rivelazione divina. Il Savonarola rispose il 31 di luglio rifiutandosi di andare: egli riconosceva bensì il dovere di obbedienza specialmente in un religioso, ma la sua indebolita salute e le insidie che si aspettava dai suoi nemici non gli permettevano di esporsi allora ad alcun viaggio; di più la sua partenza da Firenze tornerebbe a danno della città. »3 In seguito a ciò giunse un secondo breve in data 8 settembre, indirizzato ai frati di S. Croce, ch’erano nemici con quelli di S. Marco. Questo parlava di un certo Fra Savonarola, che si andava spacciando per profeta di Dio senza provarlo nè con miracoli flè con speciale testimonianza della Scrittura. La pazienza del Papa, si diceva più innanzi, è giunta al colmo; il Savonarola deve astenersi da ogni specie di predicazione; il convento di S. Marco dovrà appartenere da qui innanzi alla congregazione lombarda: •1 suo vicario generale (Sebastiano Maggi, che più tardi fu dichiarato beato) stabilirà il luogo dove il Savonarola abbia a recarsi. chiavelli 34: «Non iper nulla S. fu 11 contemporaneo di L. il Moro. Ambedue 'fdono in Carlo Vili il loro strumento: l’uno non pensa che a sè, l’altro soltanto alla Chiesa .Nel resto la loro corta veduta è la medesima ». 1 Cfr. I/rcAS 134 s. 2 Cfr. Lucas 180 ss. ; Armstrong 177. Ranke, Studien 247 lo riconosce, Mentre il Viuabi anche nella nuova edizione I2, 392 parla dell’ira subitanea e ella vendetta del papa. 3 ' n.i.Aiu 12, civ-cvir. Una risposta di fi. al breve del 21 luglio 1495 come apologià minuziosa del suo profetismo di fronte al papa e al pubblico è anche il M1° Compendium revelativnum, di cui dall’agosto all’ottobre 1495 uscirono parecchie edizioni latine e italiane (Hain n.i 14332 ss.) ed è in Quétif, Vita Hier. ' *Vonar°lae i, 213-385. Ctfr. Spectator (Kraus) neUa Bell. nWAllg. Zeitung 1898, n” 248' P- 4. Ibid. n° 169, p. 6 iSpectator richiama l’attenzione sugli scritti molto rari- coi quali il canonico fiorentino Domenico iBeniviem, uno dei più fedeli secaci del s., svolse ulteriormente questa difesa accomodandola al gusto del pub- ico (presso Hain n.i 2784-86).