2Ì0 Libro Ì. Innocenzo Vili. 1484-1492. Capitolo 4. Firmata ch’ebbe il 22 gennaio 1492 la pace col papa,1 p ve che il re Ferrante volesse nuovamente interessarsi anche della questione orientale; a ciò accennano almeno lettere del re, con le quali Innocenzo VIII veniva informato circa il contegno dei Turchi.2 Nel maggio del 1492 fu mandato a Roma il Pontano per trattare di provvedimenti da prendersi in comune contro il potente nemico della cristianità.3 Al sultano, che viveva sempre in continuo timore a riguardo dello Djem, non rimase nascosto questo cambiamento e mandò nuovi messaggi a Napoli4 e a Roma. L’inviato per Roma portò per mandato del sultano un pregevole smeraldo ed una preziosa reliquia, la lancia con cui Longino aprì nella crocifissione il costato del Salvatore. Per ordine del pontefice la sacra reliquia fu ricevuta in Ancona da Niccolò Cibo, arcivescovo di Arles e da Luca Borsiano, vescovo di Foligno e quindi portata a Narni entro un vaso di cristallo fregiato d’oro. Di là i cardinali Giuliano della Rovere e Giorgio Costa accompagnarono quella reliquia nella città eterna. Innocenzo VIII benché allora assai sofferente volle tuttavia prender parte alle feste di ricevimento. Allorché il giorno 31 di maggio i detti cardinali si avvicinarono colla sacra Lancia alla città, il papa mosse loro incontro fino alla Porta del Popolo e presa con tutta riverenza la sacra reliquia tenne un breve discorso sulla passione del Signore, poi l'accompagnò in processione solenne per le vie festosamente ornate fino a S. Pietro. Però la sacra Lancia non rimase qui, poiché il papa volle fosse custodita nei suoi privati appartamenti.5 In una udienza di congedo del 14 giugno egli dichiarò all’ambasciatore turco che facesse sapere al sultano, che egli, il papa, in caso di un i Ratificata da Innocenzo Vili il 7 febbraio 1492; v. Ardi, ut or. itol. .Serie XXVIII. 371. a Trincherà II, 1, 57-58, (¡0, 79 s., 94, 101, 100 s., 124. (Sull'invio di Alfonso ad Otranto Ibid. 128 s. 3 Nunziante, Lettere di Pontano S. * Trincherà II 1, 98, 9!), 102, 108, 105-106. ¡s Burchardi Diarìum (Thuasnh) I, 473-477, 479-486, (Celani) I, 366-3,!a 362-367. Sigismondo de' Conti li. 28-29. Infessi ra 274. Xotar Giacomo 175. X0'1- di Nantiporto 1108 (Gasp. Pontano, ed. Tosi 71). Bernabei presso •CiaVaWni Cronache Anconitane (Ancona 1870) 204. Bernaldez I, 307, come pure le ‘relazioni del Boccaccio (Roma 27 maggio 1492; Archivio di iS tato in dena) e del * Brognolo (Roma 31 maggio 1492; Archivio Gonzaga i11 Mantova). Mia.v, L’émeraude de Baioset II et tu médatile du Chritt d'I»"" cent Vili, in Gaz. d. heaux-arts 3» serie XIX, 487 ss. Sulla sorte della reli*luiJ e su reliquie cimili conservate a ¡Norimberga e Parigi, cfr. Wetzer u. Weltk* Kirchenlexikon VII*, 1419-1422 e Thuasne, Djent-Sultan 298. Quivi è anche uti- lizzato un buon numero di nuove relazioni intorno all'ambasceria turca del 14'r- il reliquiario delln sacra Lancia trovasi ancora nel tesoro di S. Pietro. Babbi** db Montault, Oeuvre» II. 117. Su quanto contribuisse a promuovere 11 culto il" Sacro Cuore l'acquisto della sacra lancia, cfr. Hatti.kk, Die bildtnche I)ar*l' lung des gotti. Herzen* (2 ed. Innsbruck 1S94) 7 e Graus in Kirchenxchi»11 ' 1895, p. 84 s.