Lega di Cambrai. 733 Nemmeno oggi è ridotta al silenzio l’ao«usa enorme lanciata contro Giulio II a causa della lega di Cambrai, quasi egli abbia chiamato gli stranieri in Italia. Il fatto si è invece, che il papa in questo momento decisivo si mantenne in riserbo, e che fu la condotta di Venezia a spingerlo ad entrare in una lega, per la quale in fondo sentiva della ripugnanza, stante la sua ben fondata diffidenza a riguardo di Luigi XII e dell’Amboise. La diffidenza del resto era reciproca, come videsi anche durante i negoziati di Cambrai, ai quali non partecipò alcun plenipotenziario pontificio.1 Giulio II entrò nella lega (28 marzo 1509) solo quando ebbe esaurito tutti i mezzi per indurre Venezia a rispettare la sua autorità politica e spirituale.2 Nella condotta della repubblica verso Roma non si scorgeva nemmeno uin indizio di quell suo procedere saggio e preveggente che le era proprio; pareva che essa non presentisse quale tempesta tiravasi addosso colla sua albagia. Non paghi di calpestare nel campo politico, in Romagna, il manifesto diritto del papa,3 i Veneziani, seguendo antiche tradizioni, 1 anche in cose puramente ecclesiastiche facevano valere una onnipotenza dello Stato, a lato della quale no® era possibile un regolato governo ecclesiastico da Roma. Più volte si verificò il caso, che la repubblica violasse nel suo territorio la giurisdizione ecclesiastica vietando, anzi infliggendo pene a chi facesse appello alla Santa Sede ; senza il permesso del papa persone ecclesiastiche furono sottomesse al tribunale civile, nel che veramente poteva servire di scusa alla Signoria la corruttela di molti chierici. Affatto ingiustificata era poi la collazione di prebende e per- IHitto dal pulito di vista veneziano); F. Cipollini La lega di Cambrai, in Riv. 'i Italia XIII, 1 (1910). Fletter, Europ. Staatensystem 268 ss. Tredici sonetti italiani per la conclusione della lega di iCambrai pubblicò A. Medin, Sonetti I"r la i