Giulio II e l’arte. 869 rale della santa Sede, così anche lo scopo della sua grandiosa attività artistica era principalmente la glorificazione della Chiesa e del papato. Mentre nelle altre corti d’Italia l’arte — proteggere e favorire la quale costituiva un elemento essenziale dell’ideale principesco del periodo del rinascimento — ha per oggetto la glorificazione personale dei suoi illustri protettori, l’arte romana sotto Giulio II assume un carattere infinitamente più nobile, affatto unico e universale; coll’aver messo a servizio delle più sublimi grandezze storiche, la Chiesa e cioè il papato, l’antico collegato in modo perfettamente armonico collo spirito del cristianesimo, coll’aver reso patente con tutta chiarezza ed efficace forza persuasiva l’organica coerenza delle idee cristiane colle nuove forze spirituali, rinascimento ed umanismo, essa stessa si è procacciata un’importanza mondiale.1 Malgrado la grande affinità degl’intenti di Niccolò V con quelli di Giulio II pure nei particolari si notano molteplici differenze. Niccolò V aveva promosso in pari guisa la scienza e l’arte, Giulio II invece molto più ancora di suo zio Sisto IV trovava il suo principale interesse nell’arte e non nella letteratura. Prima che si manifestasse tale tendenza gli umanisti eransi abbandonati alle più grandi speranze. Dalle più diverse parti d’Italia giunsero in Vaticano poesie di omaggio. Si conservano ancora siffatti lavori di Pomponio Gaurico, di Giovanni Aurelio Augurello, Lancino Corte, Antonio Mancinelli e Marcantonio Casanova, in cui viene celebrato nello stile del tempo il neoeletto, dalla cui generosità si attendevano le cose più grandi, il ritorno dell’età dell’oro.2 Eravi per tali aspettative speranza di compimento? Le difficoltà enormi, con cui l’erede dei Borgia ebbe a lottare subito dopo la sua assunzione al trono, le guerre che anche più tardi resero tanto tempestoso e agitato il suo governo, dovevano essere di ostacolo all’ incremento degli studii letterarii. Ciò nonostante Giulio II, riguardato comunemente di preferenza come un papa guerriero e come un grande mecenate delle arti, ha fatto per le scienze più di quanto ordinariamente si voglia credere. Anche sotto questo riguardo egli ha appianato la via al suo successore dando impulsi decisivi ;3 ciò vale specialmente per gli ultimi anni del suo pontificato allorché, grazie alla sua saggia politica finanziaria, furono superate le difficoltà pecunarie dei primi tempi. 1 Vedi Spbxnger 102-103 (2" ed. I, 142-143); Kkatjs-Sauer, Gesch. der diruti. Kunst. II 2, 332 s. Cfr. anche in App. n. 135 le * dichiarazioni del papa intorno alla fabbrica di S. Pietro conservateci da Egidio da Viterbo. Biblioteca Angelica di Roma. 2 Su questi carini cfr. le preziosé informazioni di Gian in Giorn. d. Lett, itaì. XXIX, 442. 3 Cfr. Reumont III 2, 318 s.