Brutta situazione dèi papa. 411 nanzi tutto lui, che non intendeva perdere la sua dignità papale.1 11 3 di maggio si tenne consulto in concistoro, se il papa dovesse andarsene o restare. Si accettò il secondo partito, anche perchè i Romani davano le migliori assicurazioni quanto alla difesa della città; ma già il 4 di maggio Alessandro fece sapere ai cardinali come, potendo di leggieri nascere disordini durante il soggiorno delPesercito francese, egli intendeva recarsi ad Orvieto.2 Per dissiparne il sospetto il 6 di maggio Carlo 'Vili indirizzò ad Alessandro VI una lettera assicurandolo sulla sua parola di re, che durante la presenza in Roma non intraprenderebbe cosa alcuna nè contro il papa nè contro i Romani.3 Alessandro rispose, che nè egli uè il Sacro Collegio potrebbero approvare il disegno del re di venire a Roma, che quindi scegliesse qualche altro luogo per 3’ab-l>occamento, per es. Orvieto o Spoleto: a scortare poi il re nel suo passaggio per Io Stato della Chiesa verrebbero spediti due legati. * L’11 maggio furono scelti a tale scopo nel concistoro i cardinali Pallavicini e Carvajal.6 Contemporaneamente Roma venne messa in istato di difesa e intorno a Castel S. Angélo furono costruite delle trincee. Il 19 di maggio giunsero nuovi oratori francesi. il cardinale de la Groslaye, Filippo di Savoia, signore di Bresse e Francesco di Lussemburgo ; in nome del re costoro offrirono al papa per l’investitura un censo annuo di 50.000 ducati e il pagamento dei 100.000 ducati ancora dovuti da Ferrante e da Alfonso. Quanto alla guerra contro i Turchi il re intendeva trattarne personalmente col papa. Alessandro rispose evasivamente, sebbene gli oratori parlassero in tono di minaccia.6 Intanto nella città la confusione cresceva. « Ciascuno è in sommo turbamento e timore — riferisce un ambasciatore il 20 maggio — non solo per gli averi, ma anche per la vita. In verità da cento anni in qua Roma non è stata mai così esausta di denaro e di altri beni come al presente. Non v’è più un cardinale che possegga tanta argenteria da poter convitare sei persone, le case sono vuote e deserte; ogni giorno arrivano nuove milizie; a quattro porte della città si erigono bastioni». Il giorno innanzi il medesimo relatore aveva annunziato, che il papa si sarebbe dato dr l.®*srDO’ Spediz. 326. Cfr. Segre. Lod. Sforza III, 405 ss., 421 s. e Pro-">mi XXXIII, 852 ss., 303 ss. UAllegretti 844 parla del richiamo di truppe Pontificie a Roma. (, fcANL'Do, Spediz. 327 s. e le note del Cardinal C'esarini citate sopra p. 388 n. 3. " XXXIII, ^8, f. 31 della Biblioteca B alberisi di Roma, i i? *'iettera Pubblicata presso L. Pélissier, Le retour de Charles Vili à Rome, n Kevue d'hist mod. et eontemp. II (1900-01), 386-393 e presso Pélicier, Lettre a 1 '. 202 s. Grbgoroyius (VII3 370 n. 2. Balan V. 347. Ac.ta consist. nell’A r c h i v i o concistoriale. ^ ° Sanudo, Spediz. 337, 343, 347. Schneider, Peraudi 47. Segre, Prodromi • HI, 367 s. Per il resto delle trattative ibid. XXXIV, 21 s.