Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 8. papa insieme a un concilio generale. Dopo il 1508 anche Giulio II entrò nella questione spintovi da uno studio di Pellegrino Pri-sciano: nel medesimo anno anche Giovanni da Novara presentò al papa uno scritto relativo alla questione. Giulio II incaricò quest’ultimo e il noto astronomo Luca Gaurico di studiare la cosa. Subito un grande numero di dotti si occuparono della riforma, di cui s’interessò principalmente il cardinale Vigerio. È probabile che Giulio II abbia nominato una commissione ufficiale per lo studio della questione con a capo Paolo di Middelburgo. È certo che costui godeva il favore speciale del papa e che prima dell’apertura del concilio lateranense lo stimolò a prendersi a cuore la riforma del calendario. Ma Giulio II non giunse a vedere la pubblicazione della grande opera della « Paulina », che con altrettanta ampiezza e profondità trattava la intiera questione.1 Fra i letterati umanisti coi quali Giulio II mantenne più strette relazioni, devesi ricordare in prima linea Sigismondo de’ Conti, l’uomo che divenne lo storico del poderoso pontefice. Questo vecchio amico della famiglia Rovere, che tentò anche l’arte delle muse, occupa un posto onorifico fra gli umanisti cristiani di quell’epoca. Tutti i contemporanei tributano alte lodi al suo carattere e alla sua cultura letteraria. Già ai tempi di Sisto IV Sigismondo era stato in così intimi rapporti col Cardinal Giuliano, che questi lo prese seco come segretario nella sua legazione nei Paesi Bassi. Subito dopo la assunzione al pontificato Giulio II affidò al suo fedel servitore l’ufficio di segretario particolare, carica che Sigismondo rivestì fino alla sua morte (18 febbraio 1512). Centinaia di brevi colla firma di Sigismondo, regolare e a tratti molto fermi, sono anch’oggi una testimonianza eloquente di questa attività. Il Bembo leva a cielo la fedeltà e la diligenza colla quale Sigismondo servì il pontefice e come tutte le lettere da lui composte si distinguessero per l’elegante dizione e per la purezza dello stile. Quanto apprezzasse il Bembo queste ultime doti in Sigismondo è mostrato dal fatto, che egli stesso mandò a lui uno dei suoi lavori perchè lo prendesse in esame e vi facesse le opportune correzioni. Il Bembo attesta espressamente che il papa prediligeva in modo eccezionale il suo segretario. Quanta fosse la fiducia riposta in lui si può arguire da questo, che Sigismondo dietro suo incarico 1 V. il lavoro fondamentale ili 1). ¡Marzi. La questione della riforma def Calendario (Firenze 1S96) 12-33. 2 Cfr. il nostro voi. II, 632. Ofr. per ciò che segue specialmente l’introduzione all’opera storica di Sigismondo, come pure YArch. stor. Mal. 4* serie I, 71 ss. ; XII, 265 s. e Gottlob in Hist. Jahrbueh VII, 309 s. M. Faloci P1' lignani, Vita di Sig. de. Comitibus scritta dall'ab. Mengozzi, in Boll. d. J'-Deput per l’Umbria XIII (1907), 151-196; Richard. Origines de la Sccrétaireric-d’Etat apost. 71 s.