648 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 1. amico del re di Francia. Ciò mi ha forte indispettito. Non veggo motivo alcuno perchè essi vogliano escludere dal papato la nazione francese e credo che il mio re, il figlio primogenito della Chiesa, colui che più di tutti gli altri principi ha fatto in favore della Sede apostolica, non meriti biasimo di sorta se si adopera perchè riesca un papa francese, dopo aver visto che uno spagnolo e parecchi italiani hanno governato fmolto male la Chiesa. I nostri generali sono informati della cosa e non tollereranno che si rechi una tale offesa al loro re». Poi l’Amboise si lagnò anche di mene simoniache ed aggiunse : « Ambasciatore, se mi accorgo di qualche cosa di simile, state pur sicuro, che non la tollererò ; leverò tanto alta la mia voce, che sarà intesa». «Il cardinale, osservava l’ambasciatore, capisce ormai che la sua causa è perduta. Già dice, eh'è stato tratto in inganno. Proprio ora è venuto a sapere che Ascanio Sforza non si cura punto di lui e che lavora per la propria elezione »-1 In realtà le cose stavano così. Fin dal 13 settembre l’ambasciatore veneziano è in grado di riferire : Ascanio Sforza non fa mistero delle sue aspirazioni; egli ha promesso all’Amboise soltanto il proprio voto e questo glielo darà.2 II giubilo tumultuoso, con cui Ascanio era stato salutato al suo ingresso in Roma, non aveva fatto che ispirargli vie più coraggio per le sue aspirazioni. Giovanni Burcardo, che ciò riferisce, aggiunge nel suo diario : « Quanto questo giubilo sia piaciuto all’Amboise, Dio lo sa».5 Anche le speranze riposte dalPAmboise nel Cardinal d’Aragona sfumarono poiché questo porporato al pari di Ascanio Sforza non era punto propenso a suggellare la rovina della sua casa coll’elezione di un papa francese.4 Abbandonata che ebbe ogni speranza per conto proprio, l’Am-boise cercò almeno di far riuscire un candidato francese, ma con suo grande scorno tutto andò fallito stante il fermo contegno dei cardinali spagnoli, dei quali nemmeno uno fu possibile guadagnare. 5 Più si dileguavano le speranze dell’Amboise e più crescevano quelle di Giuliano della ¡Rovere. Da principio, così vien riferito, non gli mancavano che due voti per avere i due terzi, ma ecco che all’ultim’ora le ambiziose speranze del della Rovere vennero distrutte da un suo antico avversario, da Ascanio Sforza.6 1 Dispacci di A. Giustinian II, 195-196, 19S. 2 Dispacci di A. Giustinian II, 193. Cfr. Prato 256. È interessante la notizia fornita da Bubchabdi, Diarium (Thuasne) III, 274, (Chi.ani) II, 3S5, che A. Sforza diede realmente 11 suo voto personale all’Amboise. * Btjrcharoi, Diarium (Thuasne) III. 263, ìCelani) II. 369. * Cosi il Guicciardini VI, c. 1. 6 Dispacci di A. Giustinian II, 196-197, 201. 6 Dispacci di A. Giustinian lì. 200. Sa’nuto X, 92. Dubita V, c. 47 e ‘di- spaccio del Costabili al cardinale Este in data di Roma 23 settembre 1508-