400 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 4. di Alessandro, Carlo, ponderando freddamente la cosa dovette dire a se medesimo, che le grandi potenze gelose ormai della sua fortuna non resterebbero spettatrici tranquille di un tal passo ; Massimiliano, i reali di Spagna e la repubblica di Venezia si sarebbero in questo caso schierati dalla parte di Alessandro. Nè il re ignorava, che, data la venerazione dei Francesi verso il capo supremo della Chiesa, per quanto personalmente indegno, pure legittimo, egli aveva da attendersi presso i suoi stessi sudditi una resistenza contro la deposizione del pontefice.1 Prescindendo da tutto questo, che cosa avrebbe guadagnato Carlo, qualora avesse sostituito ad Alessandro un Giuliano della Rovere o un Ascanio Sforza? E non potevasi sfruttare molto meglio il titubante e timido Borgia a vantaggio delle pretese di Francia?2 In realtà quindi gli sforzi di Carlo mirarono ad estorcere da Alessandro, colia paura e col terrore, quanto più fosse possibile. Le minacce seguirono alle minacce. Per due volte, narra il Commines, l’artiglieria francese si dispose per l’attacco.3 Secondo un’altra relazione Carlo Vili avrebbe già dato l’ordine di bombardare Castel S. Angelo dalla torre di Palazzo di S. Marco.4 Se fino allora Alessandro VI aveva creduto che Castel S. Angelo avrebbe potuto sostenere un assedio, il 10 gennaio 1495 dovette disingannarsi : nella notte era rovinato da sè un buon tratto delle mura della rocca. Non restava che arrendersi. « Sebbene a condizioni assai dure — scrive Sigismondo de’ Conti — tuttavia il papa per timore delle armi acconsentì».5 Le clausole della convenzione del 15 gennaio 1495 furono ile seguenti : Cesare Borgia seguirà per quattro mesi l’esercito francese in qualità di Cardinal legato (in realtà come ostaggio) ; Djem sara consegnato al re durante il periodo della spedizione contro i Turchi. Tuttavia il papa continuerà a percepire come per ¡’addietro l’annue canone di 40.000 ducati; i cardinali, baroni e città, come pure il prefetto della città, che avevano fatta alleanza coi Fran- 1 Uumkk, Maxhmlkim I. I, 278 s. Delaborde 515, 528 s., 533. Sulla venerazione dei Francesi pel papa vedi Burchardi, D tarili ni II, 219, (CBt-A.Ni) !- 56 e il passo presso Sigismondo de' Conti II. 86 notevole anche per altri riguardi ; v. inoltre Hist. Jalirb. VII, 320. Contro le congetture del Gregobovius VII3 350 efr. le testimonianze presso Balan V, 333 s. 2 Delaborde 515. s Commines VII, 15 (ed. Mandbot II, 187). La stessa notizia presso Beb naldez vien messa in dubbio, ma senza motivo da Róssbaoh, Carvajal *>• Il Commines ebbe probabilmente questa informazione dallo stesso Carlo ' 111 • vedi Ivervxn de Lettenhove, Lettres et négociation de Ph. de Commines (Bruxelles 1868), 208. i Dengel, Palazzo di Venezia 89. » Sigismondo de’ Conti II, 92; cfr. Zurita V, 54. Sul crollo delle mur** vedi Burchardi, Diarium II, 220. (Cblani) I, 564; Sañudo, Spediz. ITI» e Diario ferrarese 290.