596 Libro II. Alessandro VI. 1492-1503. Capitolo 11. con zelo sulla purezza della dottrina ecclesiastica. Di grande momento fu sotto questo riguardo il suo editto di censura emanato per la Germania il Io giugno 1501, esatta rinnovazione della bolla di Innocenzo Vili del 17 novembre 1487.1 In questo decreto pontificio si legge : ¡la stampa è assai utile, poiché essa facilita il moltiplicarsi di libri provati e vantaggiosi; essa però diventerebbe assai dannosa qualora se ne abusasse per stampare ilibri perniciosi. Bisogna pertanto eccitare con mezzi acconci gli stampatori affinchè lascino indietro la riproduzione di scritti che ¡sono contrarii alla fede cattolica o tali da dare scandalo ai fedeli. Da relazioni degne (di fede il papa è venuto a sapere, che in diverse contrade, specialmente nelle province ecclesiastiche di Colonia, Magonza, Treviri e Magdeburgo, sono stati impressi e tuttavia si imprimono molti libri e trattati che contengono varii errori e dommi perversi. «Volendo noi — così prosegue la bolla— come vi siamo obbligati daM’ufficio pastorale affidatoci, opporci senza ulteriore indugio lad un sì detestabile male, in virtù della nostra autorità apostolica proibiamo con la presente a tutti i tipografi ,e loro operai dimoranti nelle dette province ecclesiastiche, sotto pena di scomunica latae sententiae e sotto una multa da stabilirsi dagli arcivescovi di Colonia o dai loro vicarii generali o ufficiali e da introitarsi a favore della Camera apostolica, di stampare o fare stampare da ora innanzi libri, trattati e scritti di qualsiasi specie senza avere fatta previa demanda ai suddetti arcivescovi, vicarii generali o ufficiali e senza una speciale ed espressa licenza da concedersi dai medesimi gratuitamente, per la quale a quest’ultimi imponiamo l’obbligo in coscienza di esaminare diligentemente o fare esaminare da ¡uomini competenti e cattolici, prima di concedere un tale permesso, i libri da stamparsi e far sì che non residenti di S. Maria Maggiore perdessero un terzo delle loro entrato a favore degli altri : vedi Ferki in Archiv, d. jgoc. Rom. di st. patr. XXX 167. /Sul processo contro il segretario pontificio Bartolomeo Florido, arcivescovi di Cosenza, che fu condannato l’il ottobre 1497 a galera perpetua per falsili eazione di brevi, vedi Bukchardi Diarium (Thttasne) II, 408 ss., (Celasi) Il 55 s. La Relatio di Pietro Menzi da Vicenza, vescovo di Ctesena, che condii?"* il processo, fu stampata Rome 11,91 (vedi iCJelani II, 50. n. 1; Copingeb II -• 15; Pboctob 254): un esemplare della Biblioteca di .Stato in Monaco. Cfr. anche W. v. Hofmann, Forsch, sur Gesch. dei' kurialen Behórdi11 I, 233. L'anonimo autore del parere del 1511, comunicato presso Döllingfk-/■vitrage III, 203 ss., forse un vescovo castigliano, rammenta anche che una volta ha esposto ad Alessandro "VI dei lagni pei privilegi dei Mendicane in seguito a che il papa affidò l’esame della cosa ad alcuni cardinali, però senz-1 che costoro dessero un risultato » ; cfr. Druffel in Gotting Gel. Ans. 1894. n. 1;’ p. G00. Alessandro A I era molto rigido quanto al concedere dispense da digil,Dj Isabella d Este nel 1493 solo con grande difficoltà n’ottenne una. Luzio. d'Este e i Borgia XLI, 477 s. 1 V. qui sopra p. 300.