Nuovo breve di Alessandro VI. Escandescenze del Savonarola. 457 così egli il 15 di settembre a un suo confratello a Roma — nondimeno malgrado tutto questo, se non posso provvedere altrimenti alla mia coscienza, ho risoluto di obbedire, vada pure tutto il mondo in rovina. In nessun modo voglio io in quest’affare rendermi reo di peccato, nemmeno veniale».1 Non del tutto così esplicita e insieme non chiara fu la risposta, che il Savonarola mandò ad Alessandro VI il 29 settembre. In questa dolevasi che i suoi nemici avessero tratto il papa in inganno ed applicava a sè le parole di Cristo, ch’egli aveva annunziato apertamente la sua dottrina e che nulla aveva detto in segreto. « In quanto alla mia dottrina — continuava — io mi sono sempre sottomesso al giudizio della Chiesa: in quanto alle mie profezie, io non ho mai a fermato di essere senz’altro un profeta, sebbene questo non sarebbe poi un’eresia. Io certamente ho predetto alcune cose, le quali si sono poscia avverate: altre si adempiranno col tempo. D’altronde tutta Italia sa, che i castighi sono già cominciati e che soltanto la mia parola ha ridonato la pace a Firenze. Rimettere la nostra causa alla congregazione lombarda è un voler far giudice il nostro avversario. Se ci siamo separati da questa congregazione, abbiamo fatto una cosa lecita, poiché tutti ammettono che sia permesso ad ognuno di passare ad una regola più severa. Una riunione con quella congregazione non farebbe che provocare nuovi dissidii e scandali. Vostra Santità dice di aver ordinato quella unione affinchè altri non venisse a cadere nei miei errori, ma essendo ora provato, che io non son caduto in nessun errore, con la causa deve cessare anche l’effetto. Avendo dunque trovate ialse tutte le accuse levate contro di me, non ho che attendere una risposta a questa mia difesa ed una sentenza di assoluzione. Io non predico altro che la dottrina dei dottori della Chiesa ; qualora me ne fossi allontanato, sono pronto a farne emenda dinanzi a tutto il popolo. Da ultimo ripeto quello che ho sempre detto, ch’io sottopongo me stesso e i miei scritti al giudizio della santa romana Chiesa ». - Alessandro VI diede una grande prova di prudenza e di moderazione cedendo con un nuovo breve del 16 ottobre sul punto più j mPortante. quale era la riunione di S. Marco colla provincia lombarda, nel caso che il Savonarola osservasse rii divieto di predicare. Il breve pontificio concepito « in termini assai indulgenti », dava anzi tutto uno sguardo retrospettivo ai passi che Roma aveva latti fino allora. Cioè che il papa aveva già prima manifestato il 1 Pubblicato da Perrexs 534-538. Cfr. Vi-I-I AKI I2, 404. 2 I'resso Raynald 1497, n. 20-27 (erroneamente sotto la data del 29 ottobre 1 t!lO- Burchardi DUirivm (Thtjasjte) II, 406-473, (Celani) II, 94-99 (in tedesco Presso Geiger 214-225). Vili ari I2, 405-406; cfr. Perrens 320-329. Ltjcas 186-193.