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Libro I. Innocenzo Vili. 1484-1492. Capitolo 2.
« superbo, prepotente, sleale e crudele » persuase suo padre ad abbattere proditoriamente con un colpo subitaneo la nobiltà scontenta. Nell’estate del 1485 parve giunta ad Alfonso l’occasione propizia. Il conte di Montorio, che governava nella ricca Aquila, fu attirato con astuzia a Chieti e quivi fatto prigione ; intanto milizie napoletane occupavano la cittadella di Aquila.1 I baroni capirono subito che li attendeva la sorte medesima, che il re di Francia Luigi XI stava apparecchiando ai grandi del suo regno; ma, tut-t’altro che disposti a sottomettersi a discrezione della tirannide aragonese, erano deliberati di porsi in sulle difese. Gli abitanti di Aquila, scacciato nell’autunno del 148'5 (il presidio napoletano, inalberarono il vessillo ideila. Chiesa.2 L’esempio fu tosto seguito da altre città e terre dell napoletano.3
    Nella metropoli pontificia, che in luglio era stata visitata dalla peste,4 si teneva dietro con trepida attesa allo svolgimento delle cose del regno confinante. ,« Innocenzo Vili — riferisce il 18 luglio 1485 l’inviato mantovano — è tutto preoccupato dall’affare dei baroni». Già per l’addietro essi avevano portato innanzi al papa le loro gravi querele contro Ferrante, ed ora i loro messaggi vennero a Roma per cercarvi nuovamente soccorso. Il linguaggio tenuto da questi inviati era da disperati ; essi mostravansi disposti a soffrire qualunque più dura prova anziché sottomettersi alla tirannia di Ferrante e di Alfonso; ove il papa non li aiutasse, si darebbero in braccio ad una potenza straniera.6
   Da ciò si vede come Innocenzo VIII fu addirittura costretto a prendere parte alla guerra dei baroni e v’era appena bisogno di ulteriori sforzi da parte del cardinal Giuliano avverso agli Aragonesi, perchè si venisse alla deliberazione. Il pericolo era tanto più grave inquantochè da entrambe le parti contendenti v’era da aspettarsi, che avrebbero chiamato i Turchi in Italia. Da qual lato avrebbe piegato il papa, non poteva esser dubbio; le ingerenze di
i Ofr. Torzio £>9 ss. Keumont, Lorenzo II2, 217. 'Gotiifjn, Siiditalion 226-
     -	Cfr. Croniche di Napoli in Arch. stor. Napolit. I, 57. Notar Giacomo 1 ->*1 e Rivera, La dedizione degli Aquilani ad Innocenzo Vili in Bollett. d. Soc. patria negli Abruzzi I (Aquila 1889), 36 ss. Martinori, Innocenzo Vili 50.
     a Notar Giacomo 157. Cfr. Borgia, Benevento III. 422.
     4	Cfr. in proposito le * lettere del card. A. Sforza in data di Roma 2. 11 e " luglio 1485 (molti casi di morte — molti fuggono) nell’ Archivio d i Stai o in Milano, come pure i * dispacci dell’Arlotti. Il medesimo ai 7 di luglio parl i di numerosi decessi ; il 18 luglio riferisce intorno al progresso del morbo, eh* infieriva anche nell’ottobre. * Relazioni del 7, 8 e 10 ottobre, tutte nell A r c h i v i o di Stato in Modena. Cfr. anche Toni, Il Diario di Gasp. Pontan1 49, n. 3 e Chlani, Burckardi Libei• notarum I, 116 s., n. 6.
     *	Sigismondo de’ Conti I, 227-228. Il * dispaccio dell’ambasciatore man " vano Arrivabene da Roma in data 18 luglio 1845, nell’A r c h i V i P Gonzaga
 in M a n t o v a.