Le epidemie della peste. 7 prendevano cura dei loro simili sofferenti, non mancavano: così in particolare la B. Stefana Quinzani del Terzo Ordine domenicano, durante gli anni di peste 1497 e 1501, si esaurì in atti di eroica carità per gli infermi.1 Qua e là municipi energici e medici intelligenti prendevano anche delle misure già razionali contro il morbo, ma questi provvedimenti miravano sempre a preservare la propria comunità, chè non si pensava nemmeno ad una lotta comune contro il terribile male. Sebbene in sullo scorcio del secolo si perfezionasse non poco il sistema dei cordoni locali e nelle città più grandi venissero istituiti uffici di sanità, fondati lazzaretti, nominati medici specialisti della peste e fossero prese più sistematicamente le misure dirette a disinfettare, pure non si avvertiva alcuna reale diminuzione nella diffusione e frequenza del morbo.2 L’angelo sterminatore trovava nel suolo della Penisola inzuppato di sangue un campo troppo favorevole alla sua feroce attività. Correvano tempi calamitosi : appena gli animi angosciati cominciavano a respirare, ecco riapparire gli antichi sintomi noti pur troppo; il più sicuro e più temuto di essi era il bubbone turchino scuro nel cavo delle ascelle o tsulla palma della mano. Di fronte allo splendido quadro di cultura, che si svolge innanzi agli occhi dell’osservatore in tutti gli Stati dello smembrato paese, massime .nei centri della vita letteraria ed artistica, come Firenze e Roma, «la peste col suo infierire, con le innumerevoli miserie ch’essa porta con sè, si presenta non solo come una caricatura di quei giorni di splendore e di ogni mondana magnificenza, ma anche come una favola inverosimile di portentosa fantasia dantesca ».3 Ma le descrizioni dei contemporanei, i lamenti infiniti e le lunghe liste mortuarie doi cronisti non lasciano alcun dubbio sulla realtà delle stragi. s. Sebastiano quale patrono contro la peste v. anche G. Ht.axdamcra, II duomo '''* '¡'uranio, Taranto, T. 1023, 147 ss. Intorno a gonfaloni umbri, che In tempo (|i Peste venivano portati per le strade in solenne processione, vedi W. Bombe, '’on/alont umbri, in Augusta Perusia II, (1907), fase. 1. Cfr. anche Kunstchronik III (1006-07), 490s., 452; W. Bombe, Perugia, Leidig 1914, 117 ss. Un grande numero di tali gonfaloni potè ammirarsi nel 1907 all’esposizione d’arte antica timbra a Perugia : v. Catalogo delia mostra d'antica arie umbra, Perugia 1907. In Bolìelt. d'arte V. (1911), 63 ss. (con riproduzione) U. G.voli tratta del gonfalone della peste dipinto per Assisi circa il 1468-70 da Nicolò Alunno ed ora nel presbitero di Kevelaer. 1 Cfr. Année Dominica ine, Lyon 18S3, Janvier 2, 517 s. - Vedi ÜFPELMAifs, Oeffentl. Gesundheitspflege in Italien in Vierteljahrs-'••hrift für Gesundheitspflege XI (Braunschweig 1879), 177. Cfr. anche IIoii-sf nfXMAx>-, lieber die grossen Epidemien in Italien während der Renaissance--eit in Allgem. Zeitung 1884, nr. 177 s. Beil. Intorno a prediche sulla peste, dei predicatori ambulanti, vedi K. Hekele. Der hl. Bemhardin von Siena 54 s. * IIÖB8CHELMASJf loc. cit.