210 Libro I. Inliocenzo Vili. 1484-1492. Capitolo i. che aveva tali precedenti. Tuttavia devesi notare che da quando Giovanni Battista entrò nello stato ecclesiastico, non si hanno più testimonianze sfavorevoli circa la sua condotta morale. L’averlo preso ai suoi servigli .l'integerrimo Cardinal Calandrini è un altro argomento in favore della sua emenda. Nell’aprile del 1467 Paolo II gli conferì il vescovato di Savona, che sotto Sisto IV egli cambiò con quello di Molfetta, presso Bari, sull’Adriatico.1 II Cibo strinse intima amicizia con Giuliano nepote del papa della Rovere, al quale dovette innanzi tutto il suo rapido avanzamento nella gerarchia ecclesiastica. Per il suo carattere mite e dolce il vescovo di Molfetta piacque anche al papa Sisto IV, il quale dopo ch’egli ebbe retto dal 1473 insieme con Francesco da Toledo l’ufficio di datario, il 7 maggio 1473 lo assunse nel Sacro Collegio.3 Quindi in poi egli dal suo vescovato venne di solito chiamato il Cardinal di jMolfetta. Alla Curia il Cibo era grandemente accetto. « Nessuno — racconta un contemporaneo — si partiva da lui sconsolato ; tutti accoglieva con bontà e dolcezza veramente paterna, era amico di nobili e plebei, di ricchi e (poveri«.4 Presso Sisto IV godeva di tanta stima, che nel giugno del 1476 dovendosi il papa allontanare da Roma, ve lo lasciò come legato. Questo ufficio, che, considerate le condizioni Idi allora era doppiamente difficile, fu tenuto dal Cibo con soddisfazione del papa.5 Come (tutte le refaziioni 'si accordano nel lodare la bontà e i sentimenti benevoli e amabili del nuovo eletto, così convengono pure nel notare la sua arrendevolezza, mancanza d’indipendenza e debolezza. L’ambasciatore fiorentino scriveva fin dal 29 agosto 1484 : « Egli fa più l’impressione d’un uomo che si lascia consigliare da altri che guidare da sè ». Il medesimo relatore non trova nel nuovo 1 iCfr. Gams 822, »898 e Ughelli IV, 741 ; I, 918. V. anche Jacob. Voppresso Muratori XXIII, 119 (Iacob. Gii fraudi, Diarium ¡tornati iati, ed. OaR>sI (34) e il nostro volume II, 003. 2 Formalmente rimase datario Lorenzo Roverella ; vedi CElier. Lcs l,a' taires du XV* siècle, Paris 1910, 39, 127. a B. Arlotti scrive al suo duca addì 1 settembre 1484 * aver egli ben c0' nosciuto da cardinale il nuovo papa, però « honores inutant mores, ma certamente le benignità ed afabilita l’ha tanto innata et abituata ch’ogniuno sta 1,1 ferma speranza che habiamo un bon papa ».Archivio di Stato in M 0 dena. Egidio da Viterbo osserva intorno a Innocenzo Vili: * « Qui cUII‘ omnium mortalium lmmaniissiinus ac comis maxime atque urbanus esset, carus effectus datarius ac tandem cardinalis est factus». Hist. vigiliti tee*-Cod. O. 8, 19, f. 314. Biblioteca Angelica di Roma. * Sigismondo de' Conti I, 211-212. Cfr. Thuasne I, 517, 519 e in propo^j' Gottlob in Hist. Jahrb. VII, 310. Anche, nel Dialogas de migratione Petri ean 1 nalis S. Sixti di Giambattista dei Giudici, vescovo di Ventimiglia, il cardi»111 Cibo è descritto come un «uomo modesto, mansueto e amato da tutti»; ' Scholz in Studiarti Lipsiense. Ehrengabe K. La in predi t dargebradit, Bei 1909, 183. s V. il nostro voi. Il, 490 s.