710 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 3. città di Castiglione sul lago Trasimeno, dove non eravi nè posto nè vettovaglie per il seguito, il papa con spavento dei suoi disse di voler rimanervi per alcuni giorni. E ciò fece, dice Paride de Grassis, evidentemente con lo scopo di dar tempo al Baglioni di mettere in ordine le sue milizie. In Castiglione però si presentarono tali difficoltà per l’approvvigionamento, che già l’il settembre Giulio II andava in barca ad Isola Maggiore e di là a Passi-gnano. Il 12 settembre s’andò a Corciano : strada facendo si aggiunse al pontefice il capitano di ventura Giovanni Sassatelli con 700 uomini. A Corciano sopraggiunse il cardinale Francesco Guglielmo di Clermont con una lettera di Luigi XII sugli affari bolognesi. Tosto si venne a sapere, che da parte del suo sovrano il Clermont aveva il mandato di sconsigliare il papa dalla sua impresa contro Bologna — fatica a 'priori sprecata dato il carattere di Giulio II. La domenica 13 settembre3 Giulio II fece ,con gran pompa il suo ingresso in Perugia. A Porta S. Pietro lo attendevano gli otto priori in abito da festa con le chiavi della città. Tutte le campan« sonavano a distesa e per le vie superbamente ornate di archi trionfali si accalcava una grande folla. Nel seguito del papa si trovavano venti cardinali, il duca di Urbino, Giovanni Gonzaga e molti baroni. Il papa si recò prima alla cattedrale, dove la cappella pontificia cantò il Te Deum, al quale tenne dietro la benedizione al popolo e la pubblicazione d’un’indulgenza.4 Giulio II prese al- 1 Paris de Grassis. ed. Frati 87-39 e * A età consist. Archivio conci-storiale del Vaticano. Cfr. le lettere del .Machiavelli del 13 e 14 settembre 1506. 3 Non il 12 settembre, come ha il Gregorovius VIIls 45. 4 Paris de Grassis, ed. Frati 40 s. Cfr. Alfani 240 s. Guicciardini VII, c. .1 dice: «il Pontefice entrò in Perugia senza forze ed in modo che era in P" testà di Giampagolo farlo prigione » ecc. Machiavelli nella sua lettera del 13 settembre 1500 osserva, che le milizie del papa stavano vicino alle porte e che a breve distanza si trovavano quelle del Baglioni. di modo che il pap;l e i cardinali erano in potere di lui. Più tardi il Machiavelli nei suoi JHscorw sulla prima ricca rii Tito Li r io biasimò la condotta idei! Baglioni e lo- accu>"