Carlo Vili e la sua spedizione in Italia. 379 Carlo Vili, sicuro dell’alleanza di Lodovico Moro e della neutralità di Venezia, il 23 agosto 1494 era giunto a Grenoble. Poco prima egli aveva severamente proibito a tutti i prelati francesi di soggiornare in Roma e di spedirvi del denaro. Il 29 d’agosto prese commiato dalla consorte e il 3 settembre varcò il confine francese della Savoia, risoluto di far valere con >le armi gli antichi, ma infondati diritti deigli Angioini sulla corona di Napoli.1 Le forze dell’esercito francese, di cui facevan parte anche parecchie migliaia di Svizzeri, sono state per molto tempo esagerate assai.2 Una critica spassionata computa a 31,500 uomini l’esercito di terra e a 10,400 l’armata, al che aggiungevasi una artiglieria rispettabile, almeno date le condizioni italiane di allora.8 Il giovane capitano di quest’esercito era piccolo e debo-luccio, la isua grossa testa e le esili gambe producevano la più sfavorevle impressione. Il re di Francia — scriveva l’inviato veneziano Zaccaria Contarini — ha un aspetto meschino, viso deforme, occhi grandi e smorti, i quali veggono piuttosto poco, il naso aquilino eccessivamente grosso, labbra grosse, ch’egli tiene sempre aperte. Fa continuamente dei brutti movimenti con la mano come fosse convulso e parla biascicando le parole.4 Questo uomo piccolo e sparuto, la cui deformità ributtava sinceramente agli Italiani, sotto questo riguardo assai delicati,8 maturava nel 1 Delaborde 388, 391, 397. Cfr. Thuasne, Djem-Sultan 328. Ohe la bolla di Clemente IV per Carlo di Angiò non contenesse alcuna base giuridica che ^notificasse l’impresa di Carlo Vili viene mostrato da Haeghen in Revue hist. XXVIII, 28 ss. Cfr. anche La visse V 1, 5 ss. e Kaìiundo, II diritto degli Ara-0oncsi sul Napoletano. Sulmona 1912. 10 s. Sugli sforzi delle maestà spagnuole, immediatamente precedenti la partenza di Carlo Vili per l’Italia, al Jine di impedire la spedizione contro Napoli, cfr. Sciiirrmacher, Gesch. von Spanien yII. 112 ss. a Anche Gregorovius VII3 339 le fa ascendere a 90000 uomini. \ illabi, Savonarola 12, 219, a 60000. 3 Delaborde 324 s. Cfr- Müunen 128; Frati in Bull, senese di st. patr. 'I (1899), 125 s., 137 s.; Dennistottn, Dukes of Urbino I, 433 ; Gagliardi, Anteil "*rr Schweizer an den Italien. Kriegen I. Zürich 1919, 147 s. SuUa superiorità dell esercito francese come qualità cfr. Fceteb, Europ. Staatensystem 25._,. 4 Albèri, .Serie 1“, VI, 15. V. anche Baschet, Dipi, vénet. 32o. Cfr. il ritratto di Carlo Vili secondo un busto di terracotta del museo nazionale di Firenze nell’opera del Delaborde (sul busto cfr. Beymond in Bull, archéol. 1895) ed ibid. 241 un altro ritratto ancor più orrido della biblioteca nazionale di I’arigi. I movimenti nervosi della mano di cui parla il Contarini si riconoscono nella firma di Carlo Vili ; facsimile presso Delaborde 245. 5 «Lo Ke de Francia, scrive Sebastiano di Branca Tedaìllini, era lo più scontrofatto homo che viddi alli dì miei, piccolino, ciamaruto, lo più brutto Ti*o che havesse mai homo» Diario Romano 289: anche presso Creighton (che erroneamente seguendo il codice usato chiama il cronista IS. da Branca de r*>iini) iv, 292- ibid III 191 nota 1, anche altre espressioni di Italiani. Per i giudizi degU Italiani ,,ul\a b’ruttezza dl Carlo VIII cfr. anche M. Herzfeld, Landucci I, 115 s„ n. 3. Physiquement, c’était un dégénéré, dice Batiìtol (Le