Missione di Uberto da Gambura presso l’imperatore. 397 invitare gli altri principi. Il papa è sì furbo e mascagno che ciò noi non riconosceremo fin tanto che V. Maestà vede l’impadi-mento e dice anzi, che il concilio è impossibile : allora la colpa ricascherà non su chi l’ha, ma sarà imputata a chi n’è esente».1 Altri invece erano di parere che Clemente VII volesse realmente il concilio. Così in particolare l’agente del duca di Mantova, col quale il papa parlò a lungo su Mantova come luogo del concilio ecumenico.2 In una riunione dei cardinali deputati tenuta il 30 novembre si discusse sulla forma dei brevi ai principi cominciandosi poi fin dal giorno seguente, 1° dicembre, la compilazione e l’invio dei medesimi.- Il 6 dicembre il papa comunicò laconicamente al-'’¡mperatore, che aveva scritto ai principi e si era deciso a seguire i! parere di Sua Maestà.4 Persino il Loaysa cambiò ora la sua sfavorevole opinione su Clemente VII.5 Allo scopo di trattare più a fondo, avendo Niccolò di Schònberg, arcivescovo di Capua, sul quale da prima s’era fatto i conti, dichiarato di non potere viaggiare a causa di malattia,6 Clemente VII mandò presso l’imperatore Uberto da Gambara, vescovo di Tortona.7 Nell’istruzione consegnatagli e composta dal Cardinal Cae-tano8 erano rilevate in particolare le difficoltà ostanti al concilio, 1 Vedi Heine 392 e de Leva III, 29. Ofr. Gayangos IV 1, n. 520, 523. * Vedi le ** relazioni di F. Gonzaga del 28 novembre, 4 e 6 dicembre 1530 ntU’A r c Ifi v i o Gonzaga in Mantova. * Ehses xlix. * Heine 302, 534. Ofr. la lettera Salviati del 6 dicembre 1530 in Ehses xlix. 5 II 0 dicembre egli scriveva (Heine 397): « I^a cosa del Concilio è decisa fel senso che, ove V. Maestà tranquillizzi il papa circa le difficoltà e V. Maestil pmsl che di tali non ne nasceranno da questo concilio e che intende di esservi Presente, allora si pud ritenere per sicuro che S. Santità lo convocherà di tutto cn°re con gioia... Ciò che io giudico è che il papa ha vissuto in grande ansia e paura del concilio, ma che, dopo che V. Maestà ha scritto per D. I’edro de la * ueva e dopo d’aver appreso da tutti i ministri che avete tante ragioni in favore, ardisco sostenere, che la casa gli è scesa al cuore e credo eh egli sia del tutto 1 imbiato apprezzando egli molto la verità, la virtù, la fermezza, le buone intenzioni e il santo e leale cuore di V. Maestà ». 6 Come riferisce A. da Burgo in una * lettera del 12 dicembre 1530, lo SchSnberg gli disse che anche se fosse stato sano non sarebbe andato «eum »"n videat viam rei l>ene gerendae nec per conditura nec [ter arma ». Il papa 1 imperatore essere bensì lealmente per il concilio, ma non gli altri. Non esser* (,a consigliarsi la guerra contro i luterani. Meglio un accordo pacifico con essi. ai quali si potrebbe concedere qualche cosa dovendo però rimanere intatti gli articoli principali della fede. Archivio domestico, di Corte e ili statoin Vienna. 7 Cfr. la * lettera di A. da Burgo del 28 dicembre 1530 loc. cit. ; in App. 132 la * lettera di F. Peregrino del 10 dicembre 1530 (Archivio Gonza gii lc Mantova) ed Ehses xlix. l-lxiv. Vedi inoltre Pastor, Reunionxbcttrebun g'n "«s. e Hefele-Heruenkother IX, 767 s. Sul Gambara cfr. Garampi 2o2. 8 Stampate in Ehses lii-i.iv. Cfr. il sunto presso Heine 10G; Pastob, Rai-“,on»bestrebungen 76 s; Hkfel*-Hkrgeniuìtiieb IX, 767 s.