Gli Spagnuoli cattolici per il papa prigioniero. 293 il suo orrore col liberare il papa : altri pensano che il papa debba venire in Ispagna: altri ancora, come il Loaysa confessore dell’imperatore, sostengono l’idea, che Carlo V non abbia a fidarsi neanche ora di Clemente VII e non lo liberi. Intanto Carlo V non dava al nunzio pontificio che belle parole senza prendere una decisione.1 Da parte degna di fede si riferisce, che in Ispagna si pensava persino a sospendere in tutte le chiese del paese il culto pubblico fino a che il capo della Chiesa fosse prigioniero: inoltre tutti i vescovi avevano intenzione di comparire in abiti di lutto davanti a Cesare per chiedergli la liberazione di Clemente VII. Per sollecitazioni della corte questa dimostrazione non avvenne,2 ma non si calmò la generale eccitazione,3 rendendosi ogni dì più necessaria una decisione, alla quale spingeva anche il Lannoy, che ai 6 di luglio scriveva all’imperatore : « alla lunga l’attuale situazione è insostenibile. Quanto più Iddio vi concede vittorie, tanto più vi crescono gli imbarazzi, diminuiscono i demanii dei vostri regni e cresce il malvolere dei vostri nemici, presso gli uni perchè invidiano la vostra grandezza e presso gli altri per il cattivo trattamento avuto dai vostri soldati, che hanno saccheggiato Genova e Milano, rovinato il paese ed ora hanno distrutto Roma ».4 Guiñones, il quale, impedito da pirati, giunse a Valladolid solo nell’ultima settimana di luglio,5 disse in faccia a Carlo V, che se non s’affrettava a compiere il suo dovere verso il papa, non lo si poteva più chiamare imperatore e che lo si doveva piuttosto considerare come un capitano di Lutero, giacché in suo nome e sotto le sue bandiere i luterani avevano commesso tutti quegli obbrobrii in Roma.6 1 * CoO. Vatic. 6753, f. 2(55b della Biblioteca Vaticana. 2 Cfr. le lettere di Castiglione del 22 luglio e 10 dicembre 1527, la prima presso GfAi.TK.iuo. Corrisp. di Giberti 247 s., l’ultima in Skrassi II, 150. Come l’arcivescovo di Toledo (vedi sotto p. 300. n. 8), cosi anche il vescovo