5. Condizioni di anarchia nello Stato pontificio. Sforzi d’Enrico Vili e di Francesco I per liberare il papa. Contegno di Carlo V. Fuga di Clemente VII a Orvieto. « TU papa », scriveva il Guicciardini addì 21 giugno 1527, «è tenuto ■ | non solo con effetti ma con tutte le demostrazioni da schietto prigione; facendosi grandissima difficoltà a lasciarli parlare, a uscire e entrare in Castello; mille stranezze e acerbità in questi pagamenti che non gl’hanno non che altro, lasciato argento tanto che vaglia dieci scudi ; ogni dì nuove dimande e esorbitanze, non compiaciuto di una minima cosa circa la persona de’ suoi servitori che sono restati prigionieri in Roma».1 La voglia di predare degli imperiali era sconfinata; secondo la relazione d’un agente ferrarese, Bartolomeo Gattinara andò sì oltre da estrocere dal papa, che lo portava al dito, un anello del valore di 150000 ducati, e la firma di un biglietto, che gli prometteva il car< dinalato.2 «Gli spagnoli mi hanno rubato sotto i mi^i occhi persino il mio calice da Messa», raccontò lo stesso Clemente VII a Roberto Boschetti.8 Clemente non poteva riacquistare la sua libertà che adempiendo sollecitamente alle dure condizioni del trattato, ma appunto sotto questo rispetto sorsero tosto le più gravi difficoltà. Sulle prime gli Spagnoli ebbero soltanto Ostia, chè nelle altre parti dello Stato pontificio non tenevansi in conto alcuno gli ordini del papa prigio- 1 Guicciardini. Op. ¡ned. IX, n. 28. Ofr. Sakuto XLV, 415 ; Giovio, Descrizione 18 e una * relazione tedesca del 5 giugno 1527 in Reichstagsakt' n XLIII, f. 23 dell'Archivio civico a Francoforte s. M. Vedi anche Lanciasi I, 243 s. 2 Lannoy obbligò 11 Gattinara a restituire cedola e anello. * Relazione di I.od. Cati al duca di Ferrara del 6 agosto 1527 nell'A rchivio di Stato in Modena; cfr. Balan, Storia VI. 132. 3 Vedi la notevole relazione del Boschetti presso Bai.ax, Boschetti II. App. p. 42.