240 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 3. mente non ne aveva adempiuta nemmeno una. Le sue truppe ausi-liarie erano comparse tardi ed insufficienti: a Roma si aspettava sempre indarno il pagamento dei contributi mensili per la guerra, ai quali egli si era obbligato ; nonostante la concessione di una decima sulle rendite ecclesiastiche di tutta la Francia, Francesco aveva mandato in totale solo la somma irrisoria di 9000 ducati. Anche il soccorso in denaro e in truppe, fatto sperare contro Napoli, fu così insignificante, che tutta l’impresa iniziata con tanta speranza illanguidì. La caccia ed altri sollazzi tenevano talmente occupato lo spensierato re da non restargli più tempo per cose serie. Francesco era sempre molto largo di belle parole verso gli Italiani, ma i fatti non venivano : la sua incuria metteva addirittura in disperazione il nunzio pontificio Acciaiuoli.1 Questa incuria crebbe ancora quando le cose in Italia piegarono ognora più a favore degli imperiali e persino un fedele partigiano della Francia come il Canossa dovette confessare, che Francesco I considerava siccome perduta la causa del papa.2 Nè molto migliore era la condotta dei Veneziani, i quali facevano bensì di tutto per impedire un accordo del papa coll’imperatore, ma non accennavano a fornirgli i mezzi per condurre avanti la guerra. Venezia, così scriveva al Giberti fin dal 28 novembre 1526 il Canossa, ha cura solo dei suoi proprii interessi: di qui è da attendersi soccorso tampoco come dalla Francia. ’ Frattanto si appressava sempre più il pericolo dal Settentrione : Firenze e la Romagna erano minacciate molto seriamente, mentre che Venezia e il duca d’Urbino pensavano solo a sè.4 Al Sud poi 1 Vedi le relazioni dell'Acciaiuoli presso Desjardins II. 830, 862 ss., 868 s., £70 ss., S90 s., 892 ss. ; cfr. inoltre Fkaikin 181 ss. Caratteristico per l'atteggiamento del governo francese è anche il modo come questo trattava vino dei suoi pii! fedeli fautori ed agenti, Tu. di Canossa. Temporaneamente lo si dimenticò affatto. Ciò rilevasi dalle * lettere del Canossa a F. Robertet. Ivi si dice il 1° maggio 1526 : Io non so che debba fare ; il 17 maggio : Io sono senza notizie ; l’8 giugno : Mi si ha trattato male da parte della Francia ; il 13 giugno : 10 sono senza nuove dalla Francia ; il 14 giugno : Il promesso denaro non venne ; 11 18 settembre : Io sono senza avviso sulle intenzioni del re ; 19 gennaio 1527 : Da due mesi non ho alcuna nuova dalla corte francese, il che stupefà anche i Veneziani. Tutte queste »lettere nella Biblioteca comunale di Verona. 2 * « Voglio anche dirvi che per le ultime lettere che io ho di Francia io comprendo apertamente che aveano le cose di Roma per disperate e però non è da meravigliarsi se sono anche più negligenti nelle provisioni di quello che la natura loro porta». Canossa al Giberti 11 febbraio 1527. Biblioteca comunale di Verona. Il Canossa non giudicava troppo duramente poiché li 1“ febbraio 1527 l’Acciaiuoli riassumeva in queste parole col Gambara le sue querele sulla lentezza dei Francesi : * « 'Sono tarde queste loro esecutioni cosi de denari come delle altre cose, che farrieno crepar l’anima di Giob ». Archivio Ricci in Roma. a *» Canossa al Giberti in data di Venezia 28 novembre 1526. Biblioteca comunale di Verona. •» Guicciardini XVIII, 1: cfr. Sanuto XL1V, 204, 233, 300; »lettera di N. Raince in data di Roma 24 febbraio 1527 (* «N. tS. Pere ne se peut faire que