La questione del concilio nel 1531. 3519 siderato sciolto colla sua partenza. 3) Il concilio dovrà tenersi in Italia e non altrove, in una delle città nominate per l’addietro dal papa. 4) Avranno voto deliberativo solo coloro che n’hanno autorità secondo i sacri canoni. 5) I luterani dovranno domandare formalmente il concilio e inviare i loro plenipotenziarii con mandati opportuni, la qual cosa appare molto utile perchè essi più facilmente ritornino.1 Coll’attuale disposizione di Clemente VII, il quale dopo le consultazioni coi cardinali nel novembre 1530, fidando nei buoni sentimenti dell’imperatore, era pronto a soddisfarne i desiderii, la decisione stava tutta rimessa nelle mani dell’imlperatore e se questi avesse risposto e accettato le condizioni, senza dubbio la pronta convocazione del concilio sarebbe stata decisa.2 Ora invece fu l’imperatore, che mandò in lungo l’ulteriore volgimento della cosa col suo temporeggiare nel dare la risposta udentemente attesa a Roma.3 Solo ai 4 d’aprile del .1531 Carlo, che allora era a Bruxelles, a mezzo di Covos e Granvella fece dare in Gand risposta al legato Cardinal Campegio e ai vescovi Gam-bara e Girolamo da Schio.4 Come ivi viene esposto, egli aveva prima di tutto comunicato al fratello Ferdinando, che doveva poi mandarli anche agli altri principi cattolici di Germania, gli impedimenti e obiezioni messi avanti dal Gambara. Il risultato delle consultazioni fu che i principi dichiararono «di dover star fermi "ulla decisione primiera e non darsi altro rimedio sufficiente fuorché il concilio; che, pur ammettendo essere di grande importanza • valore le cose esposte da Sua Santità, pareva loro non darsi altro rimedio contro gli errori esistenti e gli altri ancora da aspettarsi ; inoltre non doversi calcolare questi inconvenienti tanto alto da omettere il concilio». Meno prudente fu che l’imperatore credesse di dover prima interrogare sulla sua opinione anche Francesco I di Francia. Dalla lettera che il 21 novembre 15300 Francesco I aveva scritto » Clemente VII e che nel dicembre era stata comunicata in Magonza all’imperatore, Carlo V, come il papa, s’era lasciato per un Po’ di tempo illudere sui veri sentimenti di questo scaltro nemico, lii politica del quale era incessantemente diretta a sventare un 1 ('a pi tula give conditione.s a Clemente VII per Ubertum de Oamhara < pi-'