44 Libro II. Adriano VI. 1522-1523. Capitolo 1. cose addirittura caotico : mentre i fedeli ricorrevano a processioni supplicatorie, un greco a nome Demetrio per allontanare il pericolo della peste potè mettere in • scena un formale scongiuro a mezzo d’un toro, contro di che finalmente procedette il vicario pontificio.1 Si capisce quindi come Adriano s’affrettasse e fissasse il suo ingresso subito pel dì seguente. Il 29 agosto di primo mattino il papa celebrò una Messa bassa — non l’aveva mai lasciata neanche durante l’incomodo viaggio di mare — indi nel magnifico chiostro di S. Paolo si fece venire avanti i cardinali. Li ricevette tutti con amichevole sorriso senza dare alcun segno di distinzione per chicchessia. Dopo ciò nella piccola sagrestia vicina ebbe luogo la prima adorazione da parte del Sacro Collegio.2 In questa occasione il Carvajal come decano e cardinale vescovo di Ostia tenne un discorso, nel quale coraggiosamente lamentò la sventura che sulla Chiesa avevano provocato pontefici indegni, eletti per simonia e salutò quindi con tanta maggior letizia Adriano ben altrimenti formato. E aggiunse che se con un tal pastore non eravi bisogno di particolari esortazioni, pure voleva mettergli a cuore sette punti : in un primo luogo tolga la simonia, l’ignoranza, la tirannia e tutti gli altri vizi, che deturpano la Chiesa; si rivolga a buoni consiglieri e tenga a freno gli ufficiali del governo. In secondo luogo riformi, come lo permettono i tempi, la Chiesa secondo i concilii e i canoni. In terzo luogo, fra i cardinali e prelati onori ed elevi i buoni ed abbia cura dei poveri ; per quarto a tutti senza distinzione faccia giustizia e metta negli impieghi i migliori. Per quinto soccorra nei loro bisogni i fedeli, specialmente i nobili e i regolari. Come sesto punto l’oratore toccò della necessità di opporsi ai Turchi che minacciavano l’Ungheria e Rodi ; al qual uopo dichiarò occorrere che si stabilisse un armistizio fra i principi e si raccogliessero denari per la crociata. In fine Carvajal raccomandò la ricostruzione della Chiesa di San Pietro con suo grande dolore rovinata. Se il pontefice farà ciò, il suo nome risplenderà d’eguale splendore presso Dio e gli uomini.3 t o v a). Sulle cattive condizioni dominanti a Roma in seguito all'assenza del papa cfr. la * lettera di A. Taurelli da Roma 7 giugno 1522 nell’A r c h i v i o di Stato in Modena. ì Colla lettera del Negri {Leti. d. prine. I. 106b) cfr. specialmente le relazioni presso Sanuto XXXIII. 401. 402-403. Gbeoobovius (IV, (534) non ha badato a queste ultime e perciò presta fede a Bizabtjs (Hist. Gen. XTX, 456), il quale racconta che Demetrio sacrificò ai demoni un toro nel Colosseo. Che Adriano VI, come riferisce uno dei suoi nemici, non possa aver favorito simili superstizioni, è dimostrato dalla sua Sanctio in magos e dagli altri suoi passi contro la magia e il culto del diavolo : cfr. Ratnai.d 1522, n. 15 ; 1523, r,. 87; Bull. V, 24s.; Castù, Storia di Conio 106; Lepitbe 318s. Cfr. Soa> dax-Hkppe I, 515 e Hansen-. Quellen zur Geschichte des Hexenwahns 34 s. 2 Sanuto XXXIII, 428, 431. s Vedi Höfleb 193 s., che in Abhandlungen der iliinch. Akad. IV 3, 57-62