Preparativi per il secondo convegno di Carlo V con Clemente VII. 437 tornava in Francia: il papa ordinò che lo si ricevesse in Firenze con tutti gli onori.1 Se alla corte francese ora si credette d’avere riguadagnata l'antica influenza su Clemente e d’averlo legato fermamente a sé, la fu una grande illusione. Allorché il papa riesaminò a fondo le condizioni del patto di giugno si spaventò d’essere arrivato sì avanti e cercò con varii pretesti di rimandare il matrimonio. Il prudente, riflessivo e timoroso » Mediceo pensava sì poco a una rottura aperta coll’imperatore, che ora invece decise di lavorare con tutte le forze per una riconciliazione di Carlo e Francesco impiegandovi tutto il suo acume e tutta la sua abilità diplomatica.2 Nacque così il progetto fantastico di riconciliare i due rivali a spese di Venezia,8 piano, che tuttavia non trovò favorevole accoglienza in nessun luogo. Quando poi l’attacco degli Ottomani portò l’attenzione verso tutt’altra direzione, il papa escogitò un altro progetto rispondente alla situazione totalmente mutata : cioè Carlo V e Francesco I dovevano far pace e unire le loro forze belliche per un vasto attacco contro i Turchi. Annientata la potenza di costoro, Ferdinando I otterrebbe l’Ungheria e i territorii vicini, Venezia i suoi possedimenti perduti nel Levante, la Francia finalmente Milano : fino ad allora Milano sarebbe presidiata dall’imperatore e dal papa «siccome amico di ambo i partiti ».4 Ma frattanto la situazione era tornata a cambiarsi radicalmente: dopo la ritirata del sultano l’imperatore rinunciava alla guerra turca e intraprendeva il suo viaggio in Italia, dove intendeva trovarsi col papa. Si proposero come luogo per la conferenza Bologna, Parma e Piacenza, poi anche Pisa e Genova: Pedro della Cueva mandato a Roma doveva decidere gli ulteriori particolari. * Mentre si trattava della cosa, un incidente minacciò di mandare in fumo il progettato convegno: ai 25 d’ottobre del 1532 il papa ricevette una notizia, per la quale colle lagrime agli occhi fece lagnanze con Mai e Burgo, gli oratori degli Habsburg; l’imperatore aveva fatto carcerare per un giorno il Cardinal Medici perchè, malcontento dell’abbandono della guerra turca, voleva pazzamente fare il capitano di guerra. Le scuse da parte degli imperiali, che pretestarono un equivoco, e la speranza del papa di potere, avvenendo il convegno, lavorare per ottenere una pace colla Francia, fecero sì, che l’incidente non avesse altre conseguenze.0 1 Ofr. la * lettera di G. il. della Porta del 13 giugno 1531 all'A rchivio di Stato in Firenze. 2 iStobgmann 206s. 3 Cfr. sopra p. 426. 4 Stoegmann 218 s. ; ivi 245 s. è stampata l’importante relazione del Burgo dell'8 ottobre 1532. 5 Cfr. Sanuto I/VII, 46, 97. 126, 138 e le * relazioni di G. M. della Porta da Roma 13 e 14 ottobre 1532 nell’A rchivio di Stato in Firenze. 8 Vedi la * lettera di G. M. della Porta in data di Roma 25 ottobre 1532