32 Libro II. Adriano VI. 1522-1523. Capitolo 1. e senza fare nessuna osservazione, in quel suo modo secco di fare, disse al nunzio, stanco dal viaggio, di andare a riposarsi. Lo stesso dì compose la lettera di risposta al Collegio dei cardinali, in cui ripetè, che non si sentiva idoneo al peso della nuova dignità e che l’avrebbe volentieri rifiutata, ma che però fidando in Dio, di cui soltanto cercava l’onore in tutto, anche per riguardo ai cardinali accettava l’elezione fatta e che senza dilazione partirebbe per Roma appena giunti i legati e pronta la flotta alla partenza.1 Più ancora che in queste lettere officiali i pensieri intimi di Adriano, la sua anima nobile e pura trovano espressione nelle lettere, che indirizzò ad alcuni confidenti neerlandesi. «Signor dottore, caro amico», scriveva egli ai 15 di febbraio del 1522 da Vitoria al sindaco di Utrecht Fiorenzo Oem van Wyngarden, « non vi sarà certo alcuno, il quale non si meravigli e resti sorpreso che un pover’uomo, quasi ignoto a tutti e oltre a ciò così lontano, sia stato eletto a vicario di Cristo dai cardinali accordantisi in quel-l’un solo. Ma a Dio è facile esaltare rapidamente i poveri. Io non son pieno di gioia per questo onore e temo per me a prendere sulle mie spalle un peso cotanto grave. Servirei Dio più volentieri nella mia prevosteria di Utrecht che nella dignità papale, cardinalizia e vescovile. Ma non ardisco opporre resistenza alla chiamata di Dio e spero che egli riempirà ciò che mi manca e mi darà forza sufficiente per portare il peso. Vi prego di pregare per me e d’otte-nermi colle vostre pie preci, che Egli mi istruisca bene ad eseguire i suoi comandamenti e imi faccia degno di poter servire al bene della sua Chiesa.2 Solo dopo aver ricevuto la lettera officiale dei cardinali intorno alla sua elezione Adriano dimise la carica di luogotenente e prese il titolo di papa romano eletto, ma contro l’uso osservato da un mezzo millennio egli conservò modestamente il suo nome di battesimo3 1 Sanuto XXXIli. 70-77; ihid. 77 s. anche le lettere posteriori del papa al cardinali e ai Romani. Di esse i due brevi dell’nltimo di febbraio 1522 furono stampati dal Biado subito doi>o l’arrivo a Roma : vidi un esemplare di questo rarissimo foglio volante alla Biblioteca Borghese. L’ultimo di febbraio Adriano diresse una lettera anche alle cittil dello Stato della Chiesa: vedi Chiesi 106. 2 Btikmann 398 : cfr. Hììfleb 129 s. In modo perfettamente simile Adriano si espresse con un altro amico : vedi Petr. Martyr, Op. Spist. 753. Cfr. anche la lettera d’Adriano del 14 febbraio 1522 a Jean de Vignacourt presso Weiss, Pop. de Granvelle I, 251 e i brevi spediti a Utrecht presso Ant. Matthaei, Anatrata III, 690 ss. V. inoltre Bosoh 50 s. Al 15 di febbraio 1522 Adriano mandò anche un’ * invocazione d'aiuto al duca di Mantova. Altre * lettere al medesimo partirono il 2S febbraio, 29 marzo e 27 aprile. Gli * originali tutti nell’Arehivio Gonzaga in Mantova. a Come prima dell’elezione (Burmann 444) così anche dopo 11 papa si Urmi) sempre: Adrianu*: cfr. i ‘brevi firmati di propria mano del papa del 29 marzo 1522 (Archivio nazionale a Parigi) e dell’ll aprile 1523