Difficile situazione di Adriano VI. 37 dare consigli non richiesti e di lettere in parte addirittura scortesi. Mendoza prendeva misure per corrompere ì confidenti d’Adriano.1 Carlo V ingegnavasi d’avvicinare il papa con una quantità di desidera e domande, in particolare colla preghiera di aderire come il suo predecessore alla lega contro i Francesi. Di fronte a colui che era stato suo signore e padrone Adriano sì comportò con grande prudenza, avvedutezza e saggio riserbo. Dove potè si addimostrò padre ed amico, ciò però mai avvenne a danno della sua sublime dignità di capo universale della cristianità. Dopo d’avere invano atteso per lungo tempo a Vitoria l’arrivo di La Chaulx annunciatogli dall’imperatore, Adriano ai 12 di marzo passando per S. Domingo e Logroño nella valle dell’Ebro si portò a Saragozza, dove giunse il 29. Molti vescovi e prelati spagnoli, non che numerosi grandi s’erano riuniti nella capitale deH’Aragona per fare omaggio al nuovo papa, il primo che la Spagna vedesse.2 In breve comparvero anche inviati di Inghilterra, Portogallo, Savoia1 ed anche La Chaulx, di cui la missione principale consisteva nel determinare Adriano ad entrare nella lega antifrancese. In una delle lettere autografe di Carlo portate dal La Chaulx l’imperatore s’era permesso di fare l’osservazione, che Adriano fosse stato eletto per riguardo a lui e il papa nella sua risposta, che spira grande benevolenza, dichiarò con fine tatto d’essere persuaso che i cardinali avessero nell’elezione avuto riguardo all’imperatore, ma che, dovendone la conquista essere pura e senza macchia, era molto felice di non avere ottenuto la tiara per le preghiere dell’imperatore: dichiarava quindi d’essere debitore al medesimo ancor più che se per mezzo suo gli fosse toccato il papato. * Anche altrimenti Adriano dimostrò in modo chiaro, che, malgrado la sua personale preferenza per Carlo, non intendeva diventare il caudatario della politica di lui. Nel modo più reciso egli si rifiutò di partecipare alla lega antifrancese ed anzi sollecitò l’imperatore perchè accettando condizioni eque, ragionevoli e giuste promovesse la pace e conchiudesse provvisoriamente un lungo armistizio. Ogni dì facevasi più chiaro, che egli concepiva il suo pontificato siccome un «apostolato di pace».5 Non agli interessi particolari di un monarca, ma a quelli generali della cristianità intendeva egli servire e perciò sin dal principio del suo governo aveva inculcato la necessità dello stabilimento della pace 1 Vedi GA oh ari) 7 ss., 47 ss., 55 f» a Ofr. de Leva II. 133. 2 Vedi Obtiz. Itinerarium presso Bctum 102 ss. (Cfr. Gachard, Cor-r< *p. 47 ss. * fon Sancto XXXIII, 302 cfr. pure Gachahd, Correnp. 78 e Corp. dipi. I'f,r1. Ht 71 ss. * Laxz I, 61 s. Le istruzioni per il La Chaulx in Dcnkschriftcn der Wiener Alatlcmie XXVIIT. 250 s. s Hòfler 150.