Consigli per la riforma dati a Adriano VI. 57 memoriale mandato da Lovanio nell’ottobre de! 1522 egli parte dalla sentenza di Salustio, che ogni signoria può venir mantenuta soltanto con i mezzi, con i quali fu fondata. Sotto il rispetto politico il Vives vuole dal nuovo papa lo stabilimento della pace nella cristianità, sotto l’ecclesiastico una riforma profonda del clero e dice, che quest’ultima fu ognora raggiunta a mezzo d’un concilio, nel quale tutti i mali, anche i più nascosti e quindi più pericolosi, vengono a galla. Anche se altri papi abbiano avuto in orrore come veleno un’assemblea ecumenica, Adriano però non la tema. La riunione d’un concliio sarebbe necessaria anche se non fosse scoppiata la tempesta attuale : in esso del resto bisognerebbe occuparsi non di questioni teoretiche, ma in via pratica della riforma dei costumi ; si lasci la controversia religiosa alle scuole degli uomini del mestiere.1 Dando questo consiglio il Vives trascurava invero, che da lungo tempo Lutero aveva trasportato le controversie religiose sul pulpito, poi sulla via,2 che il rinnegamento dei più importanti dogmi costringeva qualsiasi concilio a dichiararsi in proposito e finalmente che gli stessi aderenti alla nuova fede chiedevano una decisione a mezzo di un concilio. I consigli minori e più particolareggiati per la riforma pervennero a Adriano da Roma stessa. Ivi due cardinali, Schinner e Campegio, alzarono la loro voce e dietro la più minuta cognizione dello stato di fatto esposero che cosa dovesse farsi se doveva avverarsi il miglioramento sommamente necessario. Purtroppo il memoriale dello Schinner steso il 1° marzo 1522 non ci è conservato che in un estratto compilato per Adriano. * Ciò è molto da deplorarsi perchè vi si impartiscono minutissimamente dei consigli ben ponderati relativi al campo sia politico che ecclesiastico. Avanti tutto Schinner esorta a muovere tosto verso Roma, o altrimenti si nomini un legato, ad ogni modo non si lasci al Collegio cardinalizio la rappresentanza del papa. Altri consigli riguardano la conservazione dello Stato pontificio e lo stabilimento della pace nella cristianità. Da quel nemico che era dei francesi lo Schinner consiglia la conclusione d’una stretta lega coll’imperatore e coi re 1841 : Franche*. L. Vive*. Rotterdam 1853. Vive# Rchriften iiber*etzt mit ' Mondi, iiber *ein Leben con Wvchgram. Wien 1883. ArxaI'D. Quid dr puerili '«*lilut. *en*erit L. T'ire». Paris. 1888. IIaUBE, Di e Pridapogik de* L. Vive», Er-■«nisen 1 si>1. Vadikb. ./. L. Yire». Genève 1802. F. Kayhkr in lilbt. fiir kcthol. Ptdogogik Vili. Freiburg 180«, Krvrfxs. Vire» in »einer Pidogogik. Leipzig Rkortxg. Die Dinloge de» .1. L. Vive». Oldenhurg 1*07. I-ecionf, Quid. rl'' rrl>. polit. »en»erit ./. !.. Vire». Paris. 1 SU*. Wì'rkerl. Dir Srhrift de* I ire* Qber die Armenpflege (programmai Pirna HH12. WHTZJfANS. Die *o-:>ale Redeutnng dr* Humanitten L. Virr». Erlangen 1905. 1 Vives, Opini li. 834». Bvrmann 450ss. J Hììfter 29 s. e 360. 'e