Erasmo e Adriano VI. Zuinglio. 95 modo di scrivere e assalissi ostilmente i Luterani cadrei in un nido di calabroni». A questa scusa Erasmo unisce un avvertimento di guardarsi dall’uso di misure violente e tuttavia, contraddicendosi, vuole che le autorità «respingano le novità». Insieme il papa dia al mondo la speranza, che si cambierà qualche cosa, su cui esso non a torto si lagna. Per le consultazioni circa queste riforme egli raccomanda la convocazione, dai varii paesi dell’Europa, di uomini incorruttibili, miti e spassionati. Qui s’interrompe la lettera e perciò non può decidersi con sicurezza se Erasmo tenesse ancor fermo al suo progetto di definire il negozio luterano a mezzo d’un arbitrato di dotti. Ad ogni modo le cose al proposito ora erano in condizione ancor molto più infelice che nel 1520, l’anno, in cui Erasmo mirava ad attuare quel progetto da lui accarezzato.1 Adriano VI ha anche fatto dei passi per guadagnare quell’uomo, che riattaccandosi alle idee di Lutero avviò nella Svizzera tedesca un movimento di apostasia da Roma. La posizione del papa di fronte alla Svizzera era doppiamente difficile perchè Leone X le era rimasto debitore di 36000 ducati. Con grande stento Adriano riuscì a procurarsi prima di tutto il denaro necessario per quei di Zurigo. Nel gennaio del 1523 assegnò ai medesimi 18000 fiorini renani.2 Nell’aprile mandò presso gli Svizzeri Ennio Filonardi allo scopo di averli neutrali e, in caso d’un’invasione francese, alleati: al Filonardi diede una lettera per Ulrico Zuinglio, nella quale gli si mettevano in vista delle ricompense qualora aiutasse il nunzio,8 ma nel frattempo lo Zuinglio colla sua prima confe- 1 Ofr. il nostro voi. IV 1, 272 s. Reblich 65 crede che Erasmo tenesse fermo al suo antico progetto ; in realtà ciò è verosimile, ma non sicuro fino a che non sia trovata la chiusa della lettera. Il 16 settembre 1528 Erasmo Indirizzò a Pietro Barbirio segretario di Adriano VI una lettera, in cui insisteva fortemente sui suoi sentimenti di buon cattolico; è stampata in Nomiao, Erasmo en Italie 112 s. La lettera rispecchia la disposizione triste e desolata deH’anlmo dell'imbarazzato erudito, che trovandosi in mezzo a un grande movimento popolare è spinto da ambe le parti a prendere una chiara posizione. 2 «Cfr. Schtjlte I, 235. Sulle trattative cogli inviati svizzeri dànno nuovi dettagli le ** relazioni di A. Germanello dell’ll e 29 dicembre 1522 nell’A r -chivio Gonzaga in Mantova. 3 Zwingu, Opera VII, 264. «Nella lettera non si contiene una promessa determinata e le posteriori affermazioni di Zinco "che pel suo silenzio fosse data a Zuinglio l’aspettativa di tutte fino alla Sede ai>ostoliea ” sono una grave esagerazione. Soltanto sotto Clemente VII si comprese a Roma quanto potesse diventar pericoloso alla Curia il riformatore e allora si ricorse non a promesse, ma a minacce. Prima non si calcolava si alto il suo influsso e a lui semplice parroco di Glarus si mise in prospettiva nel caso che aiutasse la missione po- litica del nunzio un canonicato a Coira o Basilea e gli si conferì il titolo senza valore di acolito pontificio, che egli accettò. Sia ce ne voleva a ritenere tutto d'un colpo così importante un uomo, che fino a poco tempo prima anche come Prete secolare di Zurigo si contentava d’una pensione annua di 50 fiorini e a offrirgli per i servigi che prestasse a favore del papa la porpora ! ». Wirz, filonardi 59-60. V. in Riffix III, 43 s. in qual modo indegno Zuinglio gettasse il sospetto sugli sforzi di Adriano per la crociata.