I rappresentanti dell’imperatore preparano una rivoluzione a Roma. 203 imperiale in daita dell’ll giugno 1526, «a guadagnare Clemente, parlate segretamente col cardinale Colonna affinchè egli metta in opra come di moto proprio ciò che fu promesso dai suoi commissari e prestategli in segreto ogni aiuto».1 Com’era da prevedersi dalla risoluta dichiarazione, che già ai 9 di giugno Clemente aveva data al Sessa,2 le rimostranze e proposte del Moncada e del Sessa rimasero del tutto vane. Consigliato dal Giberti il papa insistette nel dichiarare che era già obbligato e che senza il consenso dei suoi alleati non poteva venire ad un accomodamento coll’imperatore. I boriosi Spagnoli, i quali avevano ritenuto che ciò fosse impossibile, vinti dallo sdegno per la brusca ripulsa delle loro larghe profferte, abbandonarono il Vaticano; in quest’occasione il Sessa prese dietro di sè un buffone a cavallo, il quale colle sue smorfie esprimeva ciò ch’egli sentiva.3 Conforme alle istruzioni imperiali i rappresentanti di Carlo cominciarono tosto i preparativi per sollevare una rivoluzione in Roma. Le condizioni eranvi favorevoli in modo straordinario poiché i Romani erano sommamente esasperati per le molte imposte rese necessarie dai preparativi per la guerra.4 Quando nell’ultima settimana di giugno fu imposta una nuova tassa ai macellari, questi si rifiutarono di pagarla e — cosa abbastanza significativa — cercarono protezione contro la cattura che li minacciava presso l’ambasciatore imperiale. Di fatto il Sessa costrinse la polizia pontificia a ritornarsene colle mani vuote. Frattanto tutta la città s’era messa in agitazione e duecento Spagnoli si schierarono intomo al palazzo del Sessa. In conseguenza di ciò il governo ebbe la debolezza di togliere le imposte, facendo per altro arruolare nuovi soldati per la 1 darlo V al Moncada in fiata di Granaria 11 giugno 1526. Lanz, Korre-xpondenz I, 316. 2 C'ir, la relazione di N. Raince presso Gbethen 108. 3 ISulla missione del Moncada cfr. Leti. d. princ. II, 129b s., 1.30b s., 135 s., 130 s. 137, 138, 140; Bkewer IV 1, n. 2262, 2273, 2274; Kanuto XLI, 664 ss. ; la lettera del Carpi presso Moi.ini I. 204 s. ; le relazioni del Raince presso Gbethen 108 s. e Bullet. Ital. loc. cit. ; lettera di G. du Bellay presso Baumgab-ten, Karl V. II, 710 s. Cfr. anche Mic.net II, 234 s. ; Buchoi.tz III, 31 s. ; Usuwo 38 ss. ; Boitbbilly 25. A favore dell’opinione del Heli.wig, che la rottura delle trattative seguisse il 20 giugno, parla il seguente * dispaccio di Fr. Gonzaga ; * «... Questi dui di passati il sr don Ugo e il «' duca di Sessa sono stati al longo con la 8. Htì* la qual per ]«irtiti grandi che habbino proposto i.on ha voluto attendere a cosa alcuna, essendose risoluta de non puotere ne volere fare altro senza la participatione et buona satisfattone de li suoi confederati, et sempre che essi hanno havuto parlamento cum lei ha mandato per li oratori de essi confederati, et halli comunicato tutti li ragionamenti che li hanno fatto esso don Ugo et duca, come si conviene alla adherentia et unione che hanno insieme. iCredo che d. Ugo partirà de qui in breve... Roma alli 21 di giugno MDXXVI ». Archivio Gonzaga in Mantova. 4 Cfr. il * Diario di Cobnelio de Fine nella Biblioteca nazionale di Parigi.