Documenti inediti e comunicazioni d'archivii. N. 116, a. 1527. 725 alcuni di loro bisognò ohe anchora lui si ritrahessi et liebbe faticha a salvarsi et il Trastevere fù preso. A ponti erono li Romani, e quali havevono fatto X mila huomini et promesso gran cose, ma feceno pochissima resistentia, così vel circa la sera fù presa tutta Roma et messo tutto a fil di spada et a brodetto; el conte Guido, quando Roma fu presa, si trovava a ponte Salara con Vili cento archibu-sieri et V cento cavalli et inteso il caso si ritirò a Utricoli. La mortalità dicono essere stata grande et esservi morto più di III mila delli Cesarei, delli altri numero infinito. Le rapine infinitissime. Non vi si è salvata casa nessuna se non è quella di sro Apostolo, dove stava la marchesana di Mantua, la quale pagava di taglia XL mila ducati, et la casa delli i,ml Valle, Siena et Caeserino, e quali si sono composti a più di XXX mila ducati per uno et pur si restano prigioni. El rm0 di Araceli essendo prigione et non havendo modo a pagare la taglia dicono esser stato menato in sur uno asino per Roma et scopato. Così dicono esser morto qualche altro cardinale, ma di niente si sa el certo. In castello è X. Sre, Farnese, Monte, Zanthoria, Campegio, Ragona, Trivultio, Orsino, Pisano et lo Ermellino. Como si partì di Roma la sera dinanzi et è a Civitavecchia. A Firenze era Cibo, Ridolplii et iCortona. Le impietà et ribalderie che hanno fatto non si potrebbono scrivere. Morto tutti li putti innocenti di sr0 Spirito, buttato tutti li infermi in Tevero, profanato et violato tutte le monache, amazati tutti e frati. Bruciato la capella grande di san Pietro et di Sixto, bruciato il Volto santo. Rubato le teste delli apostoli et le altre reliquie et levatone l’argento buttatole nella strada et conculcate. Conculcato il Sacramento et buttato nel fango, et in somma fatto tutte le rubalderie che si può, tanto che mi raccapriccio a considerarle, vedendo che costoro benché lieretici pur christiani hanno fatto quello che mai si senti che in alcuno luogo facessino li Turchi. Vede adunque V. S. il povero papa per desiderare el bene et la pace et creder troppo dove ha condotto quella povera città, capo del mondo, la Chiesa et se; pur ci è qualche speranza che ■Sua Sta con chi è in castello si salvi perché lo exercito Franzese et de Venitiani andava tutto a quella volta e dovevono essere alli XXI al Isola. Ecci anchora lettere da Lione, che allegono lettere da Firenze (le 29, che dicono essersi accostati al castello, che entravono et uscivano a lor posta, ma anchora non ce nè certeza. El sor Renzo è col papa in castello et il sr Horatio Baglioni. Doppo questi accidenti di Roma, Perugia per opera del duca d’Urbino è tornata alla devotione del sor Ma-la testa et Horatio Baglioni. In Firenze anchora si è mutato lo stato et tornato come era inanzi che Medici vi entrassino, ma senza violentia o scandalo nessuno, et li Medici non sono rebelli anzi possano starvi come cittadini et godere il loro pacificamento. Io so che essendo lo Imperatore tanto catliolico quanto dimostra liarà grande dispiacere di questa nuova, perchè non ha dimostro mai volere deprimere o suppeditare la Chiesa, anzi li sono sempre dispia-