Tristissima sorte delle monache. 26» vescovo di Terracina, non, in condizione di pagare i 30000 ducati richiesti a lui, fu esposto in pubblica vendita come una bestia, con un covone di paglia sulla testa.1 Altri sacerdoti ebbero tagliato il naso o le orecchie e dovettero prestare i più umili servigi.2 Ancora più orribili furono i patimenti toccati alle vergini consacrate a Dio. Molte di esse riescirono all’ultimo momento a riparare in sicuri nascondigli. Presso S. Lorenzo in Panisperna più di 160 monache eransi rifugiate in un monastero, che da un manipolo di soldati fu per denaro protetto contro i loro camerati. Una delle monache di S. Cosimato in Trastevere, riparate tutte là, descrive nella sua cronaca l’ansia mortale sofferta da essa e dalle sue compagne in massima parte nobili. Questa cronaca abbozza anche un quadro vivo della devastazione della ricca chiesa di S. Cosimato, ove fu fatto a pezzi anche un bambino Gesù in legno. * Ma che era mai ciò di fronte alla sorte di quei conventi, le cui abitatrici non avevano potuto fuggire, come ad es. le monache di S.Maria in Campo Marzio, S. Rufina ecc.?4 Gli orrori ivi commessi vanno sottratti, come ben si comprende, a relazione. Furono da dirsi felici le vittime di bestiale voluttà, che, dopo essere state derubate di tutto vennero uccise, giacché alle superstiti toccò una sorte più 1 Danno questi dettagli le relazioni spagnole presso Villa 137, 154. Ofr. anche Sanuto XLV, 122, 145, 166 s., 186; XLVI, 139 ». ; Guicciardini XVIII, 3; Droysen, Zeitgenòssische Berichte 43 (cfr. iSchulz 50, 54s.); »lettera del iSanga in App. n. 117 e la * Relatione in Coll. Vatic. 7933. 2 L. Guicciardini presso Milanesi 239. Ofr. Lancellotti III, 224, 237. 3 Vedi gli * estratti del Galletti dalla * Cronica di 8. Cosimato in Mica '■'urea nel Cod. Vatic. 7933, f. 55 s. della Biblioteca Vaticana. Ivi Kuob Orsola Forjiicini descrive ingenuamente e perspicuamente l’affrettata fuga delle suore nella notte, le loro ansie e la loro miracolosa salvezza nel nascondiglio di S. Lorenzo in Panisperna e le devastazioni della chiesa e convento di S. Cosimato. * « Lassarono dunque le pavide anelile del Signore di loro monastero pieno di ogni bene : la madonna della Chiesa parata et con que’ vezzi de’ perle grossisisme di quelle antiche baronesse et un parato di velluto cre-Liesiuo nell’altare maggiore, et era la prima volta che fù messo. Tutta la sacrestia richa et nobile poiché quelle illustrissime signore quando si facevan nionache tutte le loro cose belle et bone et di prezo mettevano in sacrestia... ; mi dissero come vi era una croce d’oro fino et piena di perle et gioie finissime (¡ual'era di gran valuta : il tutto lassarono senza salvar niente ». Narrando >1 saccheggio del convento la scrittrice dice: «Ogni cosa fù persa, ma perchè non fù perso l’onore si può dire che non persero nulla ». 4 Secondo la * Relatione citata a p. 204, n. 1, in questi due conventi avvennero i fatti peggiori. Cod. Vatic. 7933 della Biblioteca Vaticana. Altrettanto narra la * Relatione della Biblioteca Angelica citata a P- 260, n. 5. Il titolo del capitolo vi suona cosi : * Sacco dato al rione di Campo Marzo e morte di alcune signore e parimente saccheggiano il monastero di Campo Marzo e stuprano le monache et tolgono l’onore a molte matrone Romane che si credevano salve in detto monastero. Cfr. l’altro capitolo : * do ('he fecero alli monasteri e conventi di numache et religiosi. Vedi anche la memoria in Saggiatore I, 314 e Orano I, 273 n.