64 Libro II. Adriano VI. 1522-1523. Capitolo 2. Mediceo aveva dato al meccanismo amministrativo ecclesiastico ».1 Aggiungasi, che sulle prime il papa si asteneva al possibile dal decidere in cose di grazia e che persino in faccende urgentissime rispondeva per lo più con un « vedremo » (videbimus)2 addimostrandosi non meno rigidi il datario Enkevoirt, il segretario intimo Heeze e il neerlandese Pietro de Roma incaricato di redigere i decreti di grazia.3 Risonavano quindi lamentele senza numero trovandosi che Adriano era eccessivamente rigido e troppo lungo in tutto.4 Nel numero dei pochi, che rendevano giustizia al coscienzioso pontefice, oltre al Campegio,6 e a Pietro Delfino,6 era l’agente della duchessa d’Urbino Giovanni Tommaso Manfredi. Fin dal 29 agosto egli aveva riferito che il Santo Padre sembrava fosse un buon pastore, che era di coloro, ai quali spiace tutto ciò che non è in ordine e che tutta la cristianità aveva ragione d’esser contenta.7 L’8 settembre il Manfredi ripete il suo favorevole giudizio ed osserva molto giustamente che, se Adriano è alquanto lento a decidersi, va pure considerato che al principio del suo governo egli ha prima bisogno d’orientarsi.8 Alla fine di dicembre l’inviato ferrarese rilevava fortemente l’amore del nuovo papa alla giustizia : certamente egli si riferiva a Leone X quando insieme notava, che Adriano non conosceva nè infingimento, nè doppiezza.9 Anche Iacopo Cortese nel gennaio 1532 lodava nei termini più forti alla marchesa Isabella di Mantova la coscienziosità, la rettitudine e santa vita del papa.10 i Hofi.er 220. - Che il videbimus, ili cui parlano gli ambasciatori veneziani (Axbèri 2' serie III. 112) non sia un aneddoto, risulta dalla ’lettera di G. de’ Medici del 29 agosto e dalla * relazione di G. M. della Porta del 5 ottobre 1522 nel-l’Archivio di Stato in Firenze. La frase videbimus et eogitabimus passò in proverbio : v. l'edizione del Virghi delle Hi me del lira ni 36. » Cfr. Ortiz presso Bi’rmann 169. * V. la ‘Ietterà di G. M. della Porta del 21 settembre 1522 nell’Archi-vio di Stato in Firenze. Ai 7 di settembre del 1522 l’ambasciatore veneziano anuncia, che c’erano 10000 suppliche, delle quali una sola del Cardinal Medici era stata spedita. Canuto XXXIII, -440. v. Domarus (Hist. Jahrb. XVI, 72-76) qualifica di favola questa notizia riferendosi ai * volumi di suppliche dell’Archivio segreto pontificio. * Cfr. la sua lettera al Wolsey presso Brewer III 2, n. 2506. « Cfr. Kaynaij) 1522. n. 18 s. " * « Questo nostro beatissimo padre mi pare un bon pastore et {• persona a chi despiace le cose mal fatte et mi penso che tutta la christianità ne habbi ad rimanere bene satisfatta». Archivio di Stato in Firenze. « * G. T. Manfredi alla duchessa Eleonora d'Urbino da Roma l’8 settembre 1522: Archivio di Stato in Firenze. » * Lettera di I.. Cati del 30 dicembre 1522 nell'A rchiviodi Stato in Modena. io * « Di la timorosità. rectitudine et sanctimonia di S. Bue non se ne potrebbe predicare tanto quanto è in efecto ». ‘ Lettera del 5 gennaio 1523 nel-