450 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 10. A Marsiglia il papa e il re si diffusero in prove di amicizia e si fecero ricchi regali.1 Nelle funzioni ecclesiastiche il re francese manifestava ostentatamente la sua sottomissione al capo della Chiesa.2 Durante il loro incontro protratto per più di quattro settimane Clemente VII e Francesco I, a malgrado delle molte feste, trattarono fra di loro attenendosi però al più rigoroso segreto.3 Quanto gli oratori e gli storici riferiscono su queste trattative, condotte dai suddetti oralmente, con esclusione di qualsiasi mediatore, non è che congettura. L’unico documento scritto d’importanza è un abbozzo di trattato segreto redatto di propria mano da Francesco I, secondo il quale non solo Urbino, ma anche Milano dovevasi conquistare per il duca di Orléans, dopo di che Clemente VII non doveva elevare difficoltà neanche a riguardo di Parma e Piacenza.4 Rimane incerto in quale estensione il papa aderisse ad esigenze di questa natura: ad ogni modo non può essersi trattato che di 1 Vedi la * relazione di T. Cardi da Marsiglia 18 ottobre 1533 nell’A r -cbivio Gonzaga In Mantova; lettera dello Sanchez del 20 dicembre presso Buciioi.z IX, 122 ; Jovius, 1Jist. XXXI, 225 ; Ardi. st. dell'Arte I, 18 s. Fu un regalo anche la bolla d'assoluzione presso iChabbièbe I, 240 n. 2 Sotto il 1° novembre 1533 Blasius de Martin filli s racconta : * « Post evangelium Papa oscuiatus est librum, rex vero noluit, licet porrectus sibi fuerit, ob reverentiam papae et honorem Sedis Ap., quandoquidem multum laudabile ex magna humilitate et devotione quam habebat, non sic alter Bo-noniae ». Archivio segreto pontificio. 3 Con State Papcrs VII, 522 e Jovius, Hist. XXXI, 224 cfr. anche le * relazioni di G. M. della Porta da Marsiglia 16 (* « Il He è stato ogni giorno una volta in secreto longamente con S. 'Sta, ma persona insin qui pare non si trovi che penetri queste loro trattationi, tanto vanno secrete ») e 24 (* « I* Papa et il Re cenaro heri insieme in secreto soli ») ottobre 1533 nell’A r c h i v i o di Stato in Firenze e la * lettera 20 dicembre 1533 di Sanchez citata a n. 6 di p. 450. * Testo in Basohet 325-326. Baumgabten III, 124 s., è d’opinione che ci si « faticherà ognora invano per sapere precisamente ciò di che hanno parlato fra di loro a MarsigUa il papa e re (Francesco I ». A ciò tuttavia contraddice il fatto, che egli voglia nondimeno sapere ciò che allora avrebbe concesso Clemente VII. Per la critica di Baumgabten cfr. anche Ehses, Dokumente 273. n. 3. In una relazione mezzo cifrata al duca d'Urbino in data di Marsiglia 30 ottobre 1533 G. M. della Porta rigetta la ciarla circa le promesse che Clemente VII avrebbe fatte al re francese osservando : « Questo raggionamento par ch’abia del colorato assai, ma in ima cosa parmi ben tutto contrario al verisimile, che non è da credere, ch’el papa huomo cauto sopra tutti g-j liuomini del mondo s’habia lasciata uscir di bocca una minima parola che li possa portare danno appresso hic (= Cesare), et tanto più è verisimile cosi quanto che si sa ch’el papa ne la negotiation sua non s'è fidato d’altro che di se medesimo, e il Cardinal de’ Medici m'ha giurato, che nè il Guicciardino reputato consultor d’ogni suo secreto nè huomo del mondo sa l’intrinsico di questa negotiatione col re, col quale molte volte S. Sta è stata da solo a solo in secreto le quatro e cinque bore continue, mostrando pur nel dir suo che vi potesse essere qualche extravagante, ma che noi sapea. Io poi me credo che [u]na parte bona di questa trattatione cosi secreta sia stata sopra la materia del Concilio ». Archivio di Stato in Firenze.