Gian Matteo Giberti. Nato a Palermo nel 1495 figlio illegittimo d’un ammiraglio genovese, a soli 18 anni il Giberti era diventato segretario del cardinale Medici, molto a suo malincuore però, chè il pio giovane amante della quiete desiderava entrare in un Ordine spirituale. Tuttavia s’adattò alla volontà del padre.1 Come segretario del cardinale il Giberti rivelò tale abnegazione da conseguire non solo la fiducia illimitata del suo signore, ma anche il favore di Leone X.2 Col tempo egli venne iniziato ai più importanti negozi ecclesiastici e politici: nella conclusione dell’alleanza offensiva pontificio-impe-riale dell’8 maggio 1521 egli ebbe parte molto rilevante.8 Non ostante la assidua attività politica Giberti trovava tempo per la sua cultura intellettuale. Strinse relazione con molti umanisti della Roma leonina e ben presto la casa di lui diventò un gradito punto di convegno. Gli era amico in modo particolare il Vida, che con una bella ode celebrò anche l’ordinazione sacerdotale del Giberti.4 Dopo la morte di Leone X il Giberti rimase al servizio del Cardinal Medici, che gli affidò una missione presso Carlo V ed Enrico Vili. Ritornando per la Spagna, egli venne a Roma con Adriano VI; fino da allora, sebbene giovane d’anni, pareva un vecchio per sapienza e virtù.5 Non suscitò quindi meraviglia che Clemente VII lo nominasse suo datario e si servisse di lui addirittura come di primo ministro.8 II Giberti avrebbe preferito il calmo adempimento dei suoi doveri sacerdotali alla nuova posizione molto influente bensì, ma anche sommamente agitata, ma non ebbe la fermezza di dire un no reciso : la fedeltà verso il suo signore diede il colpo decisivo e fu essa inoltre che rese caldissimo propugnatore della lega di Cognac colui, che un tempo era stato imperialissimo.7 In questi anni di instancabile lavoro politico a Roma come in missioni all’estero egli ha svolto un’attività meravigliosa, che però, in virtù dell’eccessiva occupazione, gettò la base ad una grande eccitabilità. Come datario la sua amministrazione fu impeccabile : anche altrimenti egli si addimostrò un carattere puro, che stava in stretti rapporti coi migliori del suo tempo, fra altri con Vittoria Colonna. * A ragione il papa potè dargli la maggior fiducia. 1 Vedi Giustificazione presso Pieni vi. 2 Cfr. il nostro vol. IV 1, 412. 3 Giustificazione Pieni vii. i Gibbuti, Opera v ; cfr. ibid. 322 s. altre poesie al Giberti. Sulle sue relazioni con 51. A. Flaminio vedi fuccou 53 s. e Atti d. Ist. Veneto LXY ( 1905-1906), 208 s. s Ortiz 224. « Ofr sopra p. 166. ? Ofr. sopra p. 187 ss. La Giustificazione presso Pighi vi s. è sommamente caratteristica per il modo con cui Giberti concepiva la sua posizione. s Cfr. Gothfiin, Ignatius 180 e Reumost, V. Colonna 45, 84 s. Vedi inoltre Lettere di r. Colonna a G. il. Giberti ed. GiuWabi, Verona 1868 (pubblic. per