468 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 11. dando, ad evitare ogni altra spiacevole conseguenza ed equivoco, la chiara e ferma dichiarazione, che egli non poteva mai permettere l’esecuzione di questa bolla perchè come custode della fede e della verità doveva rigettarne il contenuto.1 Campegio, che mosse per la sua missione nel luglio del 1528, aveva ricevuto l’istruzione di fare il viaggio il più lentamente possibile e di differire più che potesse il passaggio in Inghilterra e, giuntovi, di fare anche ivi tutti gli sforzi per tirare in lungo il processo e, se fattibile, riconciliare il re colla regina, ma insieme di non dare in nessun raso senza nuova ed espressa facoltà da parte del papa una decisione definitiva, poiché speravasi che nel frattempo Dio ispirerebbe forse al cuore del re il salutare pensiero di non esigere dal papa cosa alcuna, la quale non gli potesse venire concessa senza ingiustizia, pericolo e scandalo.3 Sofferente fortemente di gotta, il Campegio entrò in Londra ai 7 di ottobre,4 giubilandone la corte mentre la popolazione ricevette il cardinale freddamente, anzi in modo arcigno, vedendosi fra altro nel Campegio anche il preludio d’un ulteriore ravvicinamento alla Francia. Dicevasi apertamente ch’egli veniva per la rovina del paese e per compiere una cosa ingiusta.5 Dopo varie conferenze col Wolsey egli non ebbe la prima udienza da Enrico VIII che il 22 ottobre." Già il dì dopo il re nella sua impazienza recavasi dal Campegio manifestando nel Jungo colloquio con lui l’immutabilità della sua risoluzione di separarsi dalla moglie. Allo scopo di facilitare la causa egli propugnò calorosamente il punto, che la regina venisse indotta a rinunciare spontaneamente al proprio diritto od a entrare in monastero e già il giorno seguente il Campegio e Wolsey dovettero iniziare le loro arti persuasive presso l’infelice donna. Prima essi vennero ricevuti dal re. In questa udienza del 24 ottobre Campegio lesse la bolla del 13 aprile, rispettivamente dell’8 giugno, coila quale i due cardinali avevano avuto la missione di esaminare la cosa, dopo di che Enrico chiese anche di vedere la bolla decretale e Campegio gliela mostrò e lesse non lasciandosela però uscire dalle mani e nessuno la vide fuori del re e del Wolsey. Quando non venisse altro ordine dal papa, il documento, dopo che aveva soddisfatto al suo unico scopo, doveva scomparire. Dopo ciò i due cardinali 1 Ehses in Hist. Jahrb. 1888, 643. 2 Cfr. l'itinerario in Ehses, Dokumente xxix s. 3 Sansa al Campegio il 16 settembre 1528; vedi Ehses iu Hist. Jahrb. 1888, 643 ; Hefele-Hergenkotiieh IX. 609 s. -i Campegio a Salviati il 17 ottobre 1528 presso Ehses, Dokumente 47. 5 Ehses, Dokumente 259. Brosch VI, 226. 6 Su ciò e sugli avvenimenti dei giorni successivi vedi la relazione di Campegio al Salviati del 26 ottobre 1528 presso Ehses. Dokumente 53 Cfr. Ehses in Hist. Jahrb, 18S8, 36 s. Hefei-e-Hergexrothek IX. 610 8. : Gairdner in Engl. Hist. Keview 1S97. 13 ss.