Clemente VII in mezzo alla rivalità delle varie potenze. 433 Non può recar sorpresa che anche col papa il Loaysa lasciasse libero corso alla violenza del suo carattere e che più volte addirittura l’offendesse.1 Ciò avveniva specialmente nelle trattative sulla nomina di nuovi cardinali, nelle quali i partiti imperiale e francese misuravano le loro forze. Clemente VII era contrario a nuove creazioni principalmente perchè, se assecondava in questo l’imperatore, tosto la Francia e l’Inghilterra elevavano simili pretese.2 Nel marzo del 1531, dopo la creazione di due spagnoli, Alfonso Manrico e Juan Tavera, il papa dovette subirsi i più gravi rimbrotti : l’oratore inglese asseriva senza ambagi che egli era diventato lo schiavo dell’imperatore.3 Nel maggio 1531 si venne di nuovo ad animate trattative in concistoro: Francesco I voleva la nomina d’un cardinale e gli imperiali dal canto loro a pretenderne due. Non essendosi potuto ottenere l’accordo, l’affare rimase sospeso. 4 Al fine di quietare in qualche modo Francesco I, nel giugno del 1531 Clemente VII, a dispetto dell’opposizione del cardinale Loaysa,5 decise di conferire al signore di Francia l’agognato diritto a vita di nomina anche per le abbazie e monasteri del legno, che in virtù dei loro privilegi avevano fino allora goduto il diritto di libera elezione.6 Poco dopo il papa uscì fuori col 1 Cfr. Heine, Briefe 341. 2 A. da Burgo addi 12 marzo 1581 riferiva in cifra : * « Tantum institerunt card. Osmen. et D. Petrus ajiud Pontificem quod consensit tandem ultra car-lìinalem, quem alioquin est obligatus faeere ad omnem requisìtionem (?aesaris, ■ min nunc faeere alium Hispanum ad volutateli! IS. il*1», sed quod permittant Xuam .Stran quod illud possit faeere sine scandalo, quia sunt multi alii, qui iustant habere cardinale», et a quo S. IS“>» abhorret ». Dopo la nomina (decisa 21 marzo, pubìicati il 22 secondo il * DUtrium di Blasius de Maktineixis, mentre gli * Acta consixt. del vicecancelliere II, 192 [Archivio concistoriale] danno il 22 febbraio ; cfr. Raynald 1531, n. 92 s. ; Ciaconius III, 519 ». ; vrdella IV, 124s.) A. da Burgo il 26 marzo 1531 scrive: * « Incredibiliter labo-rarunt in eo cardinale» Osmen. et D. Petrus. Papa erat aversus ob multa non tuinus prò bono Oaesaris ut demonstrabat quam ne magis incenderei reges Frangine et Angliae, qui continue instant, ut Papa faciat etiam unum prò ipso rege i'ranciae et alium prò rege Angliae ». Archivio domestico, di Corte e (I-i Stato in Vienna. 3 * « Ijonge peiora dicunt oratore» Anglici, v. quod Papa dederit se in I raedam Caesari nec audeat iS. Sta» faeere nisi quod Caesar vult ». A. da Burgo *1 26 marzo 1531 loc. cit. Cfr. Molim II, 364, 366 s. 4 Cfr. Heine, Briefe 1.33 s. e le * relazioni di A. da Burgo del 25 e 27 maggio 1531 nell'A rchivio domestico, di iCorte e di |Stato in Vienna. 5 Vedi la * relazione di A. da Burgo del 2 giugno 1531. 'Secondo essa fu sI'i'i-ialmente il cardinale Gramont che fece riuscire la cosa. Archivio domestico, di Corte e di Stato in Vienna. 6 Seconda * relazione di A. da Burgo del 2 giugno 1531 loc. cit. Sulle concessioni di Clemente VII cfr. Staudenmaier, Bischofswahlen 347 ; Gérar-mh 147; Madelet 164; Baudruxart 88 s. Un’altra concessione fece Clemente VII **el concistoro del 7 settembre 1531 : * « S. D. X. ad supplicai, ducis Albaniae egit cum rev. dominis de concedendis litteris in forma brevi» ipsi duci, in Pastok, Storia dei Papi, IV, 2. 28