Nuove persecuzioni. 601 Tutte le tempeste che la nuova fondazione ebbe a sostenere non servirono che a fortificarla interiormente. Fuor di dubbio l’uscita di Osservanti andò aumentando specialmente perchè il loro generale Pisotti era alieno da ogni riforma. Allorquando Clemente VII ebbe le prove del cattivo governo di quest’uomo insistette perchè abdicasse (dicembre 1533).1 Coll’indulgenza verso i lassi e col perseguitare coloro che nutrivano rigidi sentimenti, il Pisotti aveva condotto il suo Ordine sull’orlo dell’abisso. Nessuna meraviglia che gli elementi migliori passassero fra gli Eremiti francescani. Nel 1534 divennero dei loro i due più famosi predicatori d’Italia, Bernardino Ochino e Bernardino d’Asti.2 Lo stesso anno fece il medesimo passo l’uomo che fino allora era stato il loro più aspro nemico, Giovanni da Fano. Ora gli Osservanti credettero più che mai minacciata l’esistenza del loro Ordine e le loro lagnanze furono sì pressanti che Clemente VII credette di dovere ancor una volta ascoltarli. Il 9 aprile 1534 fu spedito un breve a Lodovico da Fossombrone e a tutti i suoi soci nel quale era stabilito che da indi in avanti senza facoltà pontificia affatto speciale non potessero accogliere Osservanti e mettersi in possesso di monasteri dei medesimi. Tale divieto doveva estendersi anche a coloro che erano passati tra i Conventuali od erano usciti completamente dall’Ordine.3 In questo documento menzionandosi Lodovico, compare, a quanto può provarsi, per la prima volta, il nome di Cappuccini. I nemici, diventati arditi per questo successo, sperarono adesso di ottenere l’abolizione totale della nuova società, ma Clemente VII si rifiutò decisamente a ritirare la bolla del 1528 acconsentendo però alla cacciata dei Cappuccini da Roma. Il relativo decreto papale uscì ai 25 d’aprile del 1524. I padri stavano per recarsi al loro . rat. (7 nell’Archivio segreto pontificio.