Adriano VI nel suo viaggio verso Roma. 39 Adriano mantenne l’indipendenza della sua posizione. Per mezzo del suo fido Giovanni Winkler fece loro comunicare che non vendessero, concedessero, impegnassero in alcun modo offici vacanti, dovendo tutti rimanere a disposizione del papa.1 E fin da ora Adriano si buttò fuori come riformatore applicando forte il coltello col fatto, che, cosa inaudita ai curiali, invece di confermare semplicemente, conforme all’usato, le regole della Cancelleria, le cambiò per molti rispetti restringendo specialmente i privilegi dei cardinali.2 Alla pubblicazione di queste nuove regole della Cancelleria, avvenuta il 24 aprile 1522, Adriano unì l’istituzione di uno speciale officio per sbrigare le molte suppliche che arrivavano.8 Nella prima settimana di maggio Adriano voleva portarsi da Saragozza a Barcellona passando per Ilerda. Tutto era pronto per il viaggio, quando la comparsa della peste in ambedue le città creò un nuovo impedimento : bisognò quindi cercare un altro porto per l’imbarco. Comunicando la cosa ai cardinali ed ai Romani addì 19 maggio, il papa enumerò pure le difficoltà, colle quali aveva da lottare per mettere inseme una flotta, che lo conducesse sicuro in Italia pel golfo di Lione battuto da pirati turchi.4 Soltanto ai 3 di giugno il papa potè notificare ai cardinali, che questi impedimenti erano superati.5 x Hofler 162. 2 Scomparve affatto la clausola, quod cardinales non comprehendantur sub regulis cancell. Già il Gomez (Comment, in regul, cancell. Paris, 1547) sotto i relativi titoli accennò alle importanti differenze nelle regole De non tollcndo iure quesito, de infirmis resignantibus, de subrogandis collitigantibus, de triennali possessore, de publieandis rcsignationibus. È errata l’affermazione mantenuta tuttora da Hofler che Adriano VI abbia revocato tutte le riserve. Egli ripetè sia le riserve contenute nelle costituzioni Ad reghnen di Benedetto XII e Exsecrabilis di Giovanni XXII, sia tutte le altre reserratlones generales et speciales nelle prime regole della cancelleria dei suol predecessori. Eziandio la revocatio expectativarum trovasi già nelle regole dell'etil precedente. È giusto invece, che qui per l’appunto Adriano fece sostanziali aggiunte, per le quali vennero in ispecie ristretti anche i privilegi a favore dei cardinali e abolite le facultates nominandi, reservandi, eonfercndi, conimendandi largite dai suoi predecessori, come pure le nomine e riserve avvenute in forza di queste facoltà. Nuova affatto e decisiva è l’abolizione delle facoltà circa la vendita degli uffici curiali e di tutte le concessioni riguardo a questi uffici fatte da Leone X e dal collegio cardinalizio durante la vacanza della iSede. Per questi particolari sono debitore alla cortese collaborazione del dottor Goixer. * Ortiz presso Burmans 167-168. La data giusta della prima pubblicazione fu fissata da v. Domabus in Hist. Jahrb. XVI, 76. La seconda pubblicazione in Roma avvenne il 25 settembre 1522 come risulta dalla notizia in fine alla «lampa romana delle Regulae del 1522. Partecipò alla redazione delle Regulae Melchiorre de Baldasinis: vedi Goixer in Archiv. fiir Kirchenrecht LXXXVI (15)06), 21. 4 Vedi Sanuto XXXIII, 308 s„ 306 s.; cfr. 301. Gachard, Corre*p. 82 ss., #2 ss. Corp. dipi. Port. II, 77, 79, 80. 5 V. la * lettera del papa dall’A rchivio segreto pontificio in App. n. 69.