92 Libro II. Adriano VI. 1522-1523. Capitolo 2. lizzazione dei voti d’Adriano, scese pertanto in breve a zero. Arrogi che fra ii principi laici cattolici li consiglieri avevano per Ho più sentimenti da buoni luterani.1 I seguaci della nuova fede, abilmente guidati da Planitz e da Giovanni di Schwarzenberg, di fronte alla nobile franchezza del papa osservarono da principio un prudente silenzio per poi tirare in prima linea la richiesta della punizione dei predicatori e buttarsi addosso al nunzio. Persino un uomo sì finemente colto come Melantone non si vergognò di appellarlo addirittura uno sventato.2 Peggio ancora è quanto Melantone e Lutero si permisero a riguardo di Adriano. Nella primavera del 1523 essi pubblicarono un sucido libello, nel quale applicavano un mostro trovato a Roma sotto Alessandro VI al papa più rigido e puro che avesse mai seduto sulla cattedra di S. Pietro.3 Lutero non reputava valesse la pena anche solo di scendere alle buone idee di Adriano.4 In Adriano egli non vedeva Che l’Anticristo : tutta I’« ingiustizia e barbarie della sua polemica »5 si appalesa nelle offese alla « imbecillità e ignoranza», che attribuiva persino a un tale uomo. «Il papa», così scriveva, «è un magister noster di Lovanio: in quell’università si coronano simili asini » ; per lui parla Satana-6 In questo modo Lutero e i suoi compagni d’idee dimostrarono chiaramente, che a loro non importava di levare gli abusi nella Chiesa, ma di distruggere questa nelle sue fondamenta. Incuranti delle decisioni di Norimberga, essi continuarono la loro agitazione politico-religiosa. Ai 28 di marzo del 1523 Lutero inviò ai cavalieri dell’Ordine teutonico l’invito di infrangere i loro voti, di prender moglie e di spartirsi i beni dell’Ordine. E come prima, continuò a insultare il nobile papa tedesco come un tiranno acciecato, un ipocrita, anzi come speciale servitore di Satana.7 D’occasione a ciò servì per Lutero la canonizzazione di Bennone vescovo di Meissen compiuta da Adriano VI addì 31 maggio 1523, quando fu riconosciuto l’onore degli altari anche ad Antonino vescovo di Firenze. Adriano abolì lo smisurato sfarzo usuale fino allora in simili solennità.8 Mediante questa canonizzazione dove- 1 Cfr. Redlich 104 s., 148 ; Baumgarten II, 234, 244. 2 iCfr. Corp. Ref. I, 605 s. s Lange, Der Papstesel (Göttingen 1891) 82 s., 86. * Giudizio di Redlich 146. » Cosi s'esprime Harnack, Dogmcngesch. Ills, 733 sul modo di polemizzare di Lutero. e Vedi Walch XV, 2658 s. ; de Wette II, 351 s. ; Höfler 297 s., 299 s. Cfr. Janssen, .in meine Kritiker (1891) 74 s. i V. le prove in Janssen-Pastor II1«, 298 s. Cfr. Mitteil, für Gesch. von Meissen II, 130 e Lemmens, Alfeld (Freiburg 1899) 67 s. s Vedi Raynald 1523, n. 89-101 ; Bull. V, 15 s. Cfr. * Acta consist, del 29 maggio 1523 (Archivio concistoriale del Vaticano); Sanuto XXXIV,