3. Clemente VII e gli Italiani nella lotta contro Carlo V-L’assalto di sorpresa dei Colonna. Scritto politico dell’imperatore contro il papa. Avanzata dell’esercito imperiale su Roma. La grande coalizione rappresentata dalla lega di Cognac era il naturale contraccolpo all’eccessivo sfruttamento della vittoria di Pavia. Agli Italiani di sentimenti nazionali parve giunto il tanto sospirato momento di conseguire la libertà ed indipendenza della loro patria. In questa guerra, opinava il Giberti, si tratta non di offeso sentimento d’onore, non di vendetta, non di mantenimento di questa o quella città, ma della libertà od eterna schiavitù dell’Italia ; giammai come ora è data una più favorevole occasione di tarpare le ali all’aquila pericolosa.1 Il confidente del papa era in preda di una fatale illusione. Da prima le condizioni stabilite a Cognac erano di tale tenore, che anche nel caso di riuscita restava ai Francesi un influsso sulle cose d’Italia di gran lunga più grande di quanto fosse compatibile con una reale indipendenza del paese gravemente provato. Ancor più nociva era poi la diversità delle vere vedute dei collegati. Gli Italiani speravano di scuotere il giogo spagnolo coll’aiuto dei Francesi, mentre che Francesco I in fondo voleva soltanto servirsi degli Italiani per annullare la pace di Madrid.2 Finalmente in vista della penosissima situazione di Francesco. Sforza assediato dagli Spagnoli nel castello di Milano era stata affrettata la conclusione della lega,2 così che i necessari armamenti erano tutt’altro che terminati. A Roma ciò fu del tutto trascurato: tosto che si ebbe la 1 Lett. a. princ. II, 110, 113. 2 Ofr. Grethen 101 ; Bbosch I, 91. 3 Ciò rileva specialmente Gtjiccubdini XVII, 1.