Arrivo d’Adriano in Italia. 43 affollavano attorno disse: «Amo la povertà e vedrete che cosa farò per voi». Venti contrarii resero diffìcile l’approdo a Ostia il 28 agosto. Con solo sei persone Adriano scese per primo in una piccola barca e senza aiuto «con foga quasi giovanile» salì a terra. Qui pure si recò dapprima alla chiesa per pregare. I cardinali avevano preparato nel castello un banchetto, ma il papa ricusò l’invito e mangiò da solo montando poi subito su una mula, che doveva portarlo al convento di S. Paolo fuori le mura. Nel massimo disordine sotto la polvere e il caldo i cardinali e l’altro seguito andarono dietro al loro frettoloso signore. Nel viaggio si fecero incontro al papa molti curiosi e la guardia svizzera con una lettiga, di cui Adriano si servì molto a malincuore; all’improvviso egli la lasciò e rimontò sulla mula, mostrando in ciò tale gagliardia, che tutti ne meravigliarono. Durante il viaggio per mare ed anche immediatamente prima dell’arrivo Adriano si era sentito così male, che non pochi temettero per la sua vita, ma giunto al termine del viaggio parve che l’investisse una nuova vigoria giovanile. Cavalcando ragionava animatamente coll’ambasciatore imperiale Manuel. Così lo vide l’inviato di Venezia. La sua faccia è lunga e pallida, scrive costui, il corpo è magro, bianche le mani, tutto il suo aspetto impone riverenza : persino il suo riso ha alcun che di serio.1 La sua figura ascetica impressionò quanti per la prima volta vedevano il nuovo papa. Avrei potuto giurare, si legge in una lettera mandata a Venezia, ch’egli è stato monaco.2 Poiché regnava la peste a Roma, molti consigliarono al papa di farsi incoronare a S. Paolo, ma Adriano non acconsentì e decise che la cerimonia avesse a compirsi colla maggiore semplicità possibile a S. Pietro : dopo di che egli pensava di rimanere in Roma malgrado la peste,3 volendo confortare colla sua presenza gli abitanti duramente provati e mettere ordine nella città. A causa dell’assenza del papa e della comparsa della peste una gran parte dei curiali aveva abbandonato la città, così che il Castiglione la paragonava a un’abazia spogliata.4 Ivi regnava poi uno stato di 1 Sanuto XXXIII, 434-435; cfr. 426»., -£«». * Lettera di A. Taureili del 27 agosto 1522 nell’A rchivio di Stato in Modena. * Lettera di G. de’ Medici del 28 agosto 1522 nell’A rchivio di Stato in Firenze. Obtiz presso Bukmann 192. Brewer III 2, n. 2771. Hofler 188 s. 2 Sanuto XXXIII, 4.32. * Ai 23 di agosto del 1522 G. de’ Medici sapeva riferire : * essere ancora indeciso se l’incoronazione avverrà a S. Paolo o a S. Pietro : « nel uno luogo e altro si fa preparatione, la qual sarà con i>oca cerimonia e manco spesa ; ancora che la peste vada continuando al far danno, questi ministri di