Documenti inediti e comunicazioni d’archivii. N. 117-118, a. 1527. 727 ventate stalle, l’imagine del cruciiìsso del Populo et molte altre delle più divote di Poma son state bersaglii di archibusi; vestirono anclie quel cruciiistso die è ad uno delli 7 altari di S. Pietro alla lanzch. per delusion, ma io entro pur dove non vorrei et con effetto perdonimi Dio et di santi che di quello si è fatto in loro disprezzo. Ho ben horror grande, ma non compassion equale a quella che ho de’ poveri liomeni tormentati, perchè se Dio non vendica l’offese sue, an-chor io* non me ne dolero et se le testa di 8. Pietro, 8. Paolo, S. Andrea, S. Giov. Battista et di tanti altri santi buttate per terra, se li corpi di S. Piero et S. Paolo, che erano sotto l’aitar grande di S. Pietro, li quali erano senza es,ser visti in tanta veneration, sparsi per terra con distratio, quale non haveriano liavuto ardire di farne quelli stessi che li martirizorono. non moveno quei santi di chi son quelle reliquie a pregar Dio per la vendetta, ne anche io voglio chiamarla quanto alli destratii della Chiesa, ma si bene quanto al male fatto alla povera patria mia, a tanti amici et a me stesso, et se l’imperatore comporta valersi di tali instriunenti alla grandezza siia et Dio seguiti d’aiutarla, non voglio dire di renegar la fede nec inqui-rere in iudicia Dei quae sunt abvssus multa, ma si bene creder che S. Mtà divina voglia ben noi christiani, ma creda farci tanto migliori quanto manco principi religiosi ci da, ma hor che ho dato questo poco sfogamento al dolor dal quale comincia ogni parlare et ogni lettera mia per haverne l’animo tanto pieno che tutti li sensi ne sono occupati, dirò a V. S. di me, della salute... ». Egli si era salvato andando al palazzo presso la marchesa Isabella: vi rimase otto giorni; e con essa lasciò Poma girando qua e là. « Gi ber ti comporta questa fortuna con quella grandezza d’animo che V. S. ha conosciuto nelle altre coso». Egli (Sanga) intende cercarsi una nuova patria: «poiché a Poma dispero di poter star mai; che quando ben mi fusse permesso non mi sufferiria mai il cor di veder cadaver miserabile eius urbis, la quale ho visto già in gloria et m’era cara più che me stesso». Domanda aiuto avendo perduto tutto: «ue chiedo beneflcii o cosa ecclesca perche sono resolutissimo viver più presto povero nel secolo che ricco nella chiesa, nella quale come V. S. disse già m’haveva fatto fuggire la povertà et liora me ne levo più vo-luntieri vedendola manifestamente ruinare ». Archivio Ricci in Roma. 118. Papa Clemente VII ai capi dell’esercito imperiale.1 Roma, 23 luglio 1527. Capitaneis exercitus Caes. MHs. Molestum nobis fuit accestisse, nostram civitatem Xamiae nostris commissariis in vobis intra civi- 1 Cfr. sopra p. 281.