564 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 15 a. Davansi premura specialmente di predicare la parola di Dio e ciò facendo evitavano tutte le aggiunte profane e raccomandavano con grande fervore il culto di Maria e l’uso dei santi Sacramenti. Non mancarono tuttavia ostilità e sospetti volgari. Carafa specialmente, che rimase ciò nonostante in sommo favore presso Clemente VII, ebbe a soffrirne,1 perchè come superiore era il personaggio d’autorità.2 Coloro che nutrivano sentimenti mondani schernivano i nuovi regolari siccome originali ridicoli, che non erano nè chierici nè monaci : 8 ma colla loro vita mortificata e per l’abnegazione senz’esempio nel curare gli ammalati e i pellegrini poveri quando scoppiò la peste nell’anno giubilare 1525, essi guadagnarono crescente considerazione presso il popolo. Faceva profonda impressione vedere uomini di ragguardevoli e nobili famiglie, che avrebbero potuto godere tutti i piaceri del mondo, scegliere spontaneamente la più rigida povertà e senza paura dell’infezione visitare negli ospedali e nelle case private i poveri appestati, curarli, confortarli e assisterli nell’agonia. Una monaca di Ravenna avrebbe detto che Iddio mandava ora il rimedio per la riforma della Chiesa e il miglioramento dei costumi.4 Chi viveva più ritirato, più pio e più rigidamente degli altri riceveva il nome di Teatino.3 Anche sul clero romano cominciavano già ad esercitare salutare influenza lo zelo per le anime e la vita ascetica dei nuovi religiosi, ai quali, non ostante la quasi insopportabile carestia, mai mancava il necessario. Quale mutamento causasse in Roma la posata, assidua attività dei primi Teatini appare dalla lettera d’uno dei medesimi addì 5 gennaio 1527 agli amici dello stesso pensare a Venezia, che avevano sotto di sè quell’ospedale degli incurabili. Cristo, vi si legge, ora è temuto e venerato in Roma più di prima. I superbi s’umiliano, i buoni danno gloria a Dio, i malvagi sono disperati. Preghiamo per la loro conversione : pregate per i Padri, più di tutto per Carafa ! Dio si serve di lui nella Chiesa. Sappiate che i primi prelati e signori di Roma, i quali prima superbamente ci spregiavano, ora vengono ogni dì da noi così umili come se fossero nostri servi tanto che io ne sono tutto confuso: essi addimostrano la maggior disposizione 1 Vedi Saiutto XXXVII, 357. Ofr. Rossi, Pasquinate 111 e Luzio, Pronostico 8, 12, 16, 30, 62. 2 Cfr. * Annates Yenctae dvmns all’A rchivio generale dei Teatini in Roma. 3 A'edl Caracciolo. A et a Sanetor., Aug. II. 287 e Saxuto XXXVIII. 37. * Vedi Caracciolo, * Vita II, 1 e 4 ; Bromato I, 128 s. : Ranke Päpste 1". 115 e Dittiucii, Kathol. Reform. 392 s. s Caracciolo, * Vita II, 3 presso Dtttrich 393. Cfr. Atasagi, Leti, facet. I. 24 ; Lett, voìff. I, 178 s. « San uto XLIII, 609 s.