46 Libro II. Adriano VI. 1522-1523. Capitolo 1. papa, essi andarono giubilando incontro a lui che faceva l’ingresso in città. Fino a Porta S. Paolo Adriano fu portato, indi egli montò su un cavallo bianco. Presso la chiesa di S. Celso giunse una processione di fanciulli coll’immagine della Madonna del Portico, che da 13 giorni era portata in giro per la città a causa del pericolo della peste. Adriano si levò non solo il cappello, ma anche il cappuccio e s’inchinò profondamente davanti all’immagine miracolosa, mentre i cardinali si limitarono a sollevare il cappello. Al tuono dei cannoni di Castel S. Angelo il corteo procedette sotto i cocenti raggi del sole d’agosto alla basilica del principe degli apostoli. Subito nella prossima domenica, il 31 agosto, si tenne colle solite cerimonie l’incoronazione in S. Pietro. A causa della peste la folla non fu sì grande come di consueto e la solennità, in cui si evitò ogni spesa esagerata, passò calma. Il banchetto dell’incoronazione non fu sontuoso, ma neanche spilorcio e subito dopo di esso il papa passò in una sala contigua, dove parlò coi cardinali, indi si ritirò nelle sue stanze. Il primo editto del nuovo papa proibiva sotto gravi pene il porto d’armi nella città e cacciava da Roma tutte le persone libertine. Un secondo editto era contro gli ecclesiastici che portavano la barba apparendo così più soldati che preti. I curiali non avevano ancora visto mai una semplicità, pietà e rigidità, quale quella che manifestava il nuovo pontefice.1 Si aveva il contrasto più acuto a pensarsi in confronto col fasto eccessivo, l’allegra mondanità e raffinata coltura, che avevano regnato sotto il papa mediceo. Mentre i cardinali, prelati e cortigiani di Leone X mormoravano in segreto, alcuni osservatori imparziali non rifiutavano al nuovo papa i loro elogi. La sua esemplare e santa vita, la sua grande semplicità, pietà e amore della giustizia fecero impressione anche su osservatori inclinati alla critica.2 «Adriano», riferisce uno di questi, « è un amico della Scienza, specialmente della teologia ; non può tollerare preti ignoranti. Con ordine rigoroso egli divide il suo tempo fra la preghiera e gli affari d’ufficio. Non ha con sè che due servi neerlandesi, che sono uomini semplici ; il resto dei suoi famigliari consta del minor numero possibile di persone ». Ai cardinali, che pregavanlo di provvedersi una servitù conveniente, il papa rispose, che ciò non andava bene dovendo egli prima 1 S astuto XXXIII, 429, 431, 437-438. Blasius de Mabtkeulis presso Gat-tictts 385 ss. Oettz presso Burmann 195-199 ; Lett. d. princ. I, 10Tb. Relazioni tedesche presso Reducii, Numi), lìcichstag 9. ** Lettera di G. de’ Medici del 31 agosto 1522 nell’A re h 1 vi o di Stato in Firenze. «Lettera di A. TaureUi del 81 agosto 1522 nell’Archivio di Stato in Modena. * Relazione di T. Campegio a Bologna deil’ll settembre 1522 nell’A r c h i v i i» di Stato in Bologna. 2 Per ciò che segue vedi specialmente la lettera di Negri presso Sanuto XXXIII, 429-430; cfr. Lett. d. princ. I, 108.