642 trattare, negoziare e scrivere prudentemente ed elegantemente, espe-rimentiamo e vediamo in voi destrezza ed eloquenza mirabile e di nostra influita sodisfazione. Che però da tante giuste cause tirati ad 1111 paterno amore ed inclinazione verso di voi, quel che sperare e desiderare devesi da noi a suo tempo vi sarà benignamente e di buona voglia concesso. Intanto per verissimo testimonio e caparra di questa e per espressa dimostrazione della nostra benevolenza, desiderando stringervi a noi ed alla nostra casa con maggiori legami di parentella, ed insieme accrescere ornamento grande alla vostra ono-revolezza, ed in parte anco alla nostra famiglia, della quale siamo, stimando esser cosa degna di principe, non meno aver per affini e congiunti quelli che sono di nobili e segnalate virtù fregiati, che gli altri, che la natura lia dato per parenti di sangue — conciosiacosachè questo avviene per caso, e quello per propria elezione di giudizio —: voi, a noi per virtù caro e per amore unito e congiunto, riceviamo ed adottiamo nel nome, casa e famiglia nostra, concedendovi che possiate usare e godere delli medesimi onori, privilegi, immunità, precedenze e preminenze, che godono ed usano tutti gli altri del nostro sangue e famiglia de Medici, e che possiate e dobiate chiamarvi ed intitolarvi Pietro Bembo de Medici, e col medesimo cognome esser chiamato ed intitolato dagli altri. Ed acciò, che non solo con il nome, ma ancora con altri segni e memorie apparisca tanto più questa nostra addottazione, vi concediamo, che possiate in ogni loco usare l’arma della nostra famiglia e comunicarla a vostri parenti della vostra medesima casa e cognome, in modo, che la vostra antica arma e de vostri sia circondata dalle nostre sei paUe in campo di color d’oro per chiara espressione della benevolenza, con la quale vi abbracciamo nel seno della patema carità, esortandovi nel Signore che con ristesse virtù e meriti, con li quali vi siete fatto degno d’un aumento non ordinario d’onore e di sicura dimostrazione del nostro amore, operate in modo che prima ringraziando Dio che tale vi ha fatto diventare ed acquistare tanta laude, ingegno, bontà e dottrina, non sia onore, benché grande, che conferendovisi, non si stimi pili presto degno premio della vostra virtù, che degno dell’altrui liberalità ed affetto. E poi servendo rettamente e fedelmente come fate a noi, la cui buona volontà avete già potuto in parte conoscere, ed in avvenire ne proverete frutti più abbondanti, non solo con quella fede, che si deve verso un padrone, ma con quell’ amore che si richiede verso un principe affine e parente, procuriate la nostra ed insieme vostra gloria e dignità. Data in Roma appresso S. Pietro sotto l’anello del pescatore, il primo gennaro 1515, del nostro pontificato Panno secondo. Jo. Sadoletus. Cop. a Venezia Museo civico (Raccolta Cicogna, 510, f. 206b). i i Ofr. la stampa di Dom Zasso per nozze DioniH-Bembo, Venezia, 1875, che è una rarità bibliografica.