269 una solennità festiva per consumare il misfatto (1). Fra il terrore degli astanti, all’ uscita dalla chiesa di S. Zaccaria, all’ ora del vespro, nella vigilia dell’ esaltazione della Santa Croce, membri di famiglie cospicue, si strinsero intorno alla sua persona per colpirla a morte. Giovanni Gradenigo e un suo nipote, Pietro Candiano, Stefano Candiano, Stefano de Sabulo, Domenico Falier, Orso Gru-gnario, Pietro Cletensio, Pietro Flabianico, Giovanni Labusella, i fratelli Salbiano erano gli attori maggiori del dramma, sullo sfondo del quale formicolava una coorte di servi, reclutati per la difesa di un tiranno (2). Essi anticipavano in un atto di violenza la maturazione della crisi latente, fiduciosi di liberare il proprio paese con il sacrificio dell’uomo logoro dal lungo esercizio politico e forse non più all’ unisono degli impellenti bisogni della nazione. (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 117. La leggenda, contaminando il racconto, attribuisce il luttuoso episodio al duca Pietro, figlio di Domenico tribuno, [Trundomenico] (Origo, cit., p. 134 sgg.) per effetto di un errore di amanuense, che spostò nel catalogo ducale la notizia dell’uccisione del duca Pietro al suo omonimo successore (Origo cit., p. 117. Cfr. ivip. XXVII, XXXI). (2) Origo cit., p. 134 sg. Nella leggenda la sua figura è descritta come quella di un tiranno, di un persecutore del popolo e della chiesa, circondato da numerose schiere di servi. Il triste episodio della consacrazione del vescovo di Olivolo, Domenico, è una anticipazione del tragico epilogo. Il neo-eletto avrebbe rifiutato di ricevere l’investitura in S. Marco dalle sue mani propter pravilatem Petri Trundomenico (sic) impiissimi ducis, e il popolo, oppresso dall’ arroganza dei servi, sarebbe stato in continuo tumulto : omnia Venecie popruìus optabat ittum interficere. La consacrazione sarebbe stata effettuata a Grado, dal patriarca, ma non sarebbe sfuggita alle vendette ducali. Perciò la sua perfidia e la iniqua opera avrebbero accumulato sopra di lui l’odio del popolo, quo concilio parati erant omnes apud illum interficiendum.